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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2011 alle ore 17:03.

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Malgrado il richiamo del premier alla sobrietà e la necessità di tagliare i costi della politica, è già scontro tra i partiti sulla decisione di intervenire sui vitalizi degli ex parlamentari. Ma come funziona attualmente il vitalizio? Per accedervi, oggi, basta aver occupato uno scranno per 5 anni e aver compiuto 65 anni. Ogni mese il deputato versa mensilmente una quota (l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro) della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito regolamento approvato dall'ufficio di presidenza di Montecitorio il 30 luglio 1997 e successivamente modificato.

Quando scatta il vitalizio
In base alle norme contenute in tale regolamento, il deputato, dopo 5 anni di mandato effettivo, riceve il vitalizio a partire dal 65/mo anno di età. Il limite di età diminuisce fino ai 60 anni in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti: un po' come le pensioni normali, in cui si può andare in riposo un po' prima se sono stati effettuati molti anni di versamenti.

L'importo dell'assegno
L'importo dell'assegno varia da un minimo del 20 per cento a un massimo dell'60 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare e cioè dei contributi versati. Negli anni precedenti il sistema era abbastanza in equilibrio, ma nelle ultime legislature c'è stato un forte ricambio tra gli eletti, con molti deputati che sono «andati in pensione» e ricevono quindi il vitalizio.

I casi di sospensione
Il regolamento prevede infatti la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. La sospensione del pagamento dell'assegno vitalizio è inoltre prevista nel caso in cui il titolare del vitalizio assuma cariche pubbliche (Governo, giunte Regionali o locali, organi costituzionali, Authority, ecc) che prevedano una indennità il cui importo sia pari o superiore al 40 per cento dell'indennità parlamentare; alla sospensione non si procede qualora l'interessato opti per l'assegno vitalizio in luogo dell'indennità.

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