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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2011 alle ore 07:24.

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Dalla diplomazia del 'cucù' a quella di una media potenza del Mediterraneo, consapevole del suo ruolo in Europa e nell'Occidente. Un cambio di rotta (forse solo un ritorno alla 'normalità' del passato) quello deciso in politica estera dal nuovo Governo che, dopo l'investitura europea, incassa ora anche la piena fiducia del presidente americano, Barack Obama. «Grazie per avermi risposto» ha esordito ieri al telefono con una battuta il presidente americano che si è intrattenuto con Monti per dieci minuti ringraziandolo per «la responsabilità che ti sei preso» e sottolineando il comune impegno in Afghanistan, Libano, Libia e Kosovo.

Monti - che oggi sarà a Bruxelles per incontrare il presidente della Commissione José Manuel Barroso e il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy e in serata tutti gli europarlamentari italiani - ha avuto ieri colloqui telefonici anche il presidente dell'Eurogruppo e premier lussemburghese, Jean Claude Juncker, con il presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek e con il presidente del Ppe, Wilfried Martens. Giovedì Monti volerà, poi, a Strasburgo per un incontro a tre con il presidente francese, Nicolas Sarkozy e con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Un'apertura di credito significativa che riporta l'Italia in Europa da protagonista per offrire un 'contributo di idee' sulla governance economica, gli eurobond e l'eventuale revisione dei Trattati come ci si attende da un Paese fondatore della Comunità europea. Rapporti troppo spesso offuscati dagli atteggiamenti dell'ex premier Silvio Berlusconi ma oggi cruciali per risalire la china ed uscire dalla crisi, rapporti sui quali il nuovo premier punta molto come testimonia la decisione di affidare all'esperto ambasciatore Pasquale Terracciano (già rappresentante italiano a Madrid e capo di gabinetto alla Farnesina) l'ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi. In vista della sua prima missione europea durante tutto il weekend Monti ha compiuto una sorta di 'due diligence' sui conti pubblici (proseguita anche ieri con un colloquio con il nuovo Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco) per passare al setaccio i conti pubblici e quantificare il peso della nuova manovra che dovrà reperire risorse per non meno di 11 miliardi di euro. Le linee guida della sua azione (che, ha precisato ieri lo stesso Monti, avverrà 'nei tempi più brevi') sono state solo abbozzate nella riunione del Consiglio dei ministri di ieri e verranno illustrate oggi a Bruxelles e giovedì all'incontro con Sarkozy e la Merkel.

Ma il Governo sa ora di poter contare apertamente anche sul sostegno americano. Monti e Obama hanno convenuto di incontrarsi quanto prima. Non certo entro la fine dell'anno per difficoltà di agenda ma il premier italiano e il presidente americano si incontreranno quanto prima a sementire i dubbi di chi temeva che le posizoni di Monti da commissario europeo Antitrust contro Microsoft e General Elecrtic potessero pesare negativamente sul giudizio americano nei confronti del nuovo esecutrivo.
«Il presidente Obama - è scritto in una nota diffusa da Palazzo Chigi - ha tenuto ad esprimere la piena fiducia nell'operato del presidente del Consiglio, anche alla luce della sua riconosciuta esperienza in ambito europeo ed internazionale, sottolineando come l'elevata competenza dei membri del nuovo esecutivo sia ulteriore garanzia di un'efficace azione di governo». Il presidente Obama, che aveva seguito direttamente l'evoluzione della crisi di Governo italiano con telefonate anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha «espresso fiducia - secondo un portavoce della Casa Bianca - nella solidità e vitalità dell'Italia» e ha invitato il presidente del Consiglio a tenersi in stretto contatto su tutti i temi internazionali e in particolare sugli sviluppi della situazione finanziaria nell'eurozona, auspicando che sia possibile realizzare quanto prima un incontro.

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