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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2011 alle ore 07:34.

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FRANCOFORTE - Nuovo coro di no dalla Germania all'emissione a breve scadenza di eurobond, titoli in cui la responsabilità del debito sovrano dell'Eurozona venga messa in comune, anche se il cancelliere Angela Merkel ha lasciato qualche spiraglio a una loro introduzione in un secondo tempo, «alla fine di un processo di più forte integrazione». Dal canto suo, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha sostenuto che Italia e Spagna non hanno bisogno di aiuti esterni e possano farcela da soli e di essere convinto che i nuovi Governi dei due Paesi prenderanno le misure necessarie.
In un discorso tenuto ieri a un'associazione di imprenditori, la Bda, la signora Merkel ha definito gli eurobond «la moda del momento» e la discussione su questo tema «prematura, se dobbiamo fare questa discussione - ha dichiarato il cancelliere tedesco - va fatta alla fine di un processo di più forte integrazione. Non credo che questo sia il momento buono, in piena crisi, come se fosse una soluzione alla crisi. Non lo è».

L'Europa, secondo il capo del Governo tedesco, «ha sprecato la fiducia nell'euro e non si può ricostruirla con misure puramente finanziarie, ma solo con una risposta complessiva». Berlino preme per una revisione dei Trattati europei, che comporti l'adozione di maggior rigore fiscale, controlli esterni più stringenti sui bilanci dei singoli Stati e la cessione di sovranità da parte dei Paesi che non rispettano le regole. «In una situazione straordinaria si deve essere pronti a misure straordinarie», ha detto la signora Merkel, che ha anche aggiunto di non vedere alternative alla linea di rigore fiscale. Molti osservatori indipendenti, anche in Germania, temono che la somma delle politiche di austerità in atto in tutta l'Eeurozona possa avere un effetto ulteriormente recessivo su un'economia che probabilmente ha già cominciato a contrarsi nel trimestre in corso.

Al cancelliere ha fatto eco il portavoce sui temi finanziari del suo partito, la Cdu, Michael Meister, secondo cui gli eurobond (in favore di quali si sono espressi invece le opposizioni, socialdemocratici e verdi) sono una «falsa soluzione». Secondo Meister, che ha fatto riferimento alle richieste, da parte di esponenti dei mercati finanziari e accademici di misure più radicali, con in testa più pesanti interventi della Banca centrale europea, «non abbiamo un bazooka da tirar fuori».
Da Weidmann, intervenuto a sua volta all'assemblea della Bda, è venuto un no secco agli eurobond. «E'importante - ha sostenuto l'ex consigliere economico del cancelliere Merkel - che ogni Paese si assicuri la fiducia dei mercati». In questo contesto, ha fatto riferimento alla capacità di Italia e Spagna, sotto i nuovi Governi, di trarsi d'impaccio senza ricorrere ad aiuti esterni come è avvenuto invece per Grecia, Irlanda e Portogallo. Secondo il presidente della Bundesbank, anche la pressione dei mercati finanziari che in questi giorni sta portando a rendimenti molto più alti per i titoli di Stato di diversi Paesi europei può rivelarsi «salutare», in quanto può indurre ad attuare le riforme economiche e al risanamento delle finanze pubbliche.

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