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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2011 alle ore 13:08.

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Mentre sale il bilancio dei morti degli scontri di questa mattina vicino al ministero dell'Interno al Cairo - secondo una fonte medica le vittime sono almeno quattro per intossicazione da lacrimogeni, secondo un'altra fonte una delle vittime è stata uccisa da colpi di arma da fuoco - l'opposizione ribadisce di non fidarsi del Consiglio delle Forze armate al potere. «Il generale Hussein Tantawi, ieri sera, ha pronunciato un discorso che era copia di quelli di Hosni Mubarak» dice il leader liberale egiziano e possibile candidato alle elezioni presidenziali, Ayman Nour, ad Adnkronos. «Il comunicato letto ieri dal capo della giunta militare è tardivo e inutile - aggiunge - contrasta con le speranze degli egiziani. Il fatto che il governo di Essam Sharaf si sia dimesso non vuol dire niente. Lui era solo il segretario dei militari».

Cosi l'Egitto si prepara alle prime elezioni libere del dopo Mubarak anche se questi nove mesi rivelano che il governo militare al potere non ha fatto alcun passo avanti per il rispetto di diritti civili e di un assetto democratico. Il quotidiano Al Ahram titola: i partiti stanno pensando di rinviare le lezioni di due settimane.

Ma la voce dell'opposione che più in queste ore si tiene d'occhio è quella dell'ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Mohammed El Baradei, premio Nobel per la pace come ex presidente dell'Aiea, che si è detto disponibile ad accettare l'incarico di primo ministro. L'ex direttore dell'Agenzia internazionale per il nucleare ha denunciato l'impiego di gas nervini, il terribile gas nervino usato dai
terroristi giapponesi nel 1995 nella metropolitana di Tokyo, cosa che potrebbe spiegare la morte di alcuni manifestanti. ElBaradei è stato
prontamente smentito dal ministro della Sanitá egiziano, Amr Helmi.

Che le voci della rivolta siano sempre più distanti dal potere militare è confermato da un'altra voce. «Il film che abbiamo visto con Mubarak si sta ripetendo con la giunta militare» scrive su Twitter, Bothaina Kamel, unica candidata donna alle presidenziali egiziane del prossimo anno. «La mia prima responsabilità sarà quella di far tornare sicurezza e stabilità nel Paese» prosegue l'attivista, che nei giorni scorsi era stata arrestata e poi rilasciata dalle forze di sicurezza durante le proteste a piazza Tahrir.

L'Alto Commissario Onu per i diritti umani condanna le violenze di piazza Tahrir e deplora il ruolo dei militari e delle forze di sicurezza per reprimere le manifestazioni degli ultimi cinque giorni, l'uccisione segnalata di circa 30 manifestanti , il ferimento di molte centinaia di altri e menziona l'uso di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e munizioni. «Alcune delle immagini provenienti da Tahrir, compreso il brutale pestaggio dei manifestanti già sotto controllo, sono profondamente scioccanti, come lo sono le notizie di manifestanti non armati ai quali è stato sparato alla testa», ha denunciato Pillay. Per l'Alto commissario, serve un'indagine rapida, imparziale e indipendente e le persone responsabili degli abusi dovranno renderne conto.

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