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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2011 alle ore 16:29.
L'ala liberal del Pd chiede le dimissioni di Stefano Fassina da responsabile economico del Pd e il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta: «Questa richiesta dei 'liberal' non l'ho proprio capita».
La vicenda prende il via da un documento firmato dal termine dell'ufficio di presidenza dei liberal Pd, da Enzo Bianco, Ludina Barzini, Andrea Marcucci, Pietro Ichino e Luigi De Sena. «Le posizioni che Stefano Fassina ha assunto prima, durante e dopo la crisi del governo Berlusconi - è scritto nel documento - sono pienamente legittime in un partito in cui convivono sensibilità e storie diverse. Quello che non é comprensibile é che esse siano espresse dal responsabile economico del Pd, e appaiano in netta dissonanza rispetto alle linee di responsabilità e di rigore assunte giustamente dal segretario Bersani».
«Criticare aspramente la linea di rigore e sviluppo assunta prima dalla Banca d'Italia e poi dalla Bce, bollare come liberiste posizioni "liberal" come quella del senatore Ichino, prospettare soluzioni ispirate alle vecchie culture politiche del secolo passato, non é compatibile con il dovere di rappresentare il complesso delle posizioni assunte dal Pd», aggiungono i liberal. Per questi motivi i liberal del Pd «chiedono a Stefano Fassina di fare un passo indietro, e di sostenere le sue idee liberamente, senza il vincolo della responsabilità politica che gli é stata affidata».
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