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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2011 alle ore 08:09.

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STRASBURGO. Da partner riottoso e poco affidabile che si era allontanato, negli ultimi anni, dal quel metodo comunitario che aveva contribuito a costruire come Paese fondatore della Comunità europea a Paese che ritrova il rispetto degli alleati europei ed è chiamato a dare un contributo di idee sulla crisi dell'Eurozona. Così si presenta l'Italia guidata da Mario Monti che oggi incontrerà il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel Monti a Strasburgo, nella stessa città che nell'aprile del 2009 vide un Berlusconi attaccato al telefonino rompere il rigidissimo protocollo del vertice Nato davanti ad un'imbarazzata Merkel.

Una colazione senza un ordine del giorno prefissato e senza nessuna volontà di creare un 'direttorio a tre' ma dove gli avvenimenti degli ultimi giorni, dalle perdite in Borsa all'inaspettato flop nell'emissione di ieri dei bund tedeschi, rappresentano già elementi sufficienti per un confronto libero e senza tabù. Si parlerà quasi certamente dei temi in agenda nel Consiglio europeo del 9 dicembre a cominciare dalle modifiche ai Trattati. La Germania propone pesanti sanzioni e meccanismi di controllo contro quei Paesi che non rispettano i vincoli di bilancio ma, da parte italiana, si insisterà nel prevedere un meccanismo più equilibrato che a fronte di maggiori vincoli introduca criteri che consentano ai Paesi virtuosi di escludere le spese strategiche destinate alla crescita. Una posizione illustrata da Monti martedì al presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso che non è apparso pregiudizialmente contrario. Non è affatto scontato, invece, che si entri nel merito delle proposte sugli Eurobond che ancora ieri la Merkel ha definito uno strumento 'inappropriato' per contrastare la crisi chiedendo maggiore sorveglianza sulle regole del debito e chiudendo la porta a qualsiasi modifica allo statuto Bce.

La Merkel si attende molto da Monti di cui ha apprezzato ieri la visione europea e il modo con il quale sta affrontando la crisi italiana. C'è comunque forte preoccupazione da parte di Germania e Francia, i due Paesi tradizionalmente motore della costruzione europea per una crisi, ha spiegato ieri Sarkozy, dalla quale l'Europa «uscirà tutta insieme o ognuno morirà per conto suo». Secondo Sarkozy «i 17 Paesi della zona euro devono essere più integrati e la Germania e la Francia devono essere lo zoccolo della stabilità della zona euro». Monti è stato chiamato a dare il suo contributo per la profonda conoscenza dei meccanismi istituzionali dell'Unione. Ma non c'è, fanno rilevare fonti diplomatiche, alcuna ambizione a sedersi al tavolo dei grandi come 'terzo junior', semmai l'obiettivo è di svolgere una funzione di mediazione, di ponte con tutti gli altri Stati membri, specie quelli più piccoli.

L'Italia rientrerà infatti nel 'salotto buono' dell'Unione per far sentire la sua voce di Paese fondatore che intende riprendere il ruolo che gli compete ma anche per evitare le 'doppie velocità' e riavvicinare i Paesi piccoli ai grandi, rafforzando il metodo comunitario, forte elemento di discontinuità rispetto alla netta preferenza mostrata da Berlusconi e Tremonti per il 'metodo intergovernativo'. L'Italia vuole usare la sua nuova credibilità per metodi di lavori inclusivi e collegiali. Va letta anche in questo modo l'invito di Monti al nuovo premier spagnolo, Mariano Rajoy, di «proseguire nello stretto coordinamento delle rispettive posizioni per affrontare insieme le sfide poste dalla congiuntura economica internazionale, con particolare riguardo all'eurozona».

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