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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2011 alle ore 11:30.

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In attesa che il nodo sottosegretari si sciolga, molto probabilmente mercoledì 7 dicembre, fra i partiti della nuova "maggioranza" di sostegno al governo Monti il Pdl è l'unico a chiedere che siano scelti dalla politica. «Il Pdl non accetterà che ci siano sottosegretari presi tra i politici non eletti. E dopo tanta disponibilità si attende il premio Nobel della bontà», dice ironico Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, ad un convegno del partito a Verona dal titolo "Ora il nuovo Pdl per la nuova Italia". «Se qualche partito fa i nomi di sottosegretari, cito: D'Andrea,D'Onofrio persone stimabili che sono politici non eletti da mettere nel governo, creerebbe dei problemi nei rapporti tra esecutivo e parlamento», ammonisce.

Chi invece è d'accordo sulla natura tecnica anche dei sottosegretari è ancora Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc: «Il presidente del Consiglio ha un governo di natura tecnica, sa benissimo che farà dei sottosegretari tecnici. La partita dei sottosegretari si è chiusa perché non si è mai aperta, i partiti oggi devono semplicemente agevolare il governo, deve partire rapidamente l'azione di riforma per la crescita del Paese: tutto il resto sono baggianate che non possono intralciare una missione più alta», ha proseguito Casini, sottolineando che sui «sottosegretari i vertici non ci devono essere e non servono, e quando il presidente del Consiglio vorrà parlare con noi di questioni politiche, tipo l'illustrazione dei provvedimenti economici o la politica internazionale, noi siamo disponibili a vertici, controvertici e a tutto quello che vuole, ma non perdiamo tempo a chiacchierare di cose inutili». Casini ha fatto riferimento al vertice "segreto" di Monti con Pdl, Pd e Udc che si sarebbe svolto giovedì sera, ma che tutti i leader dei partiti della nuova "maggioranza" si sono affrettati a smentire.
Certo, quello che va ricordato è che la crisi c'è e che Monti non ha «la bacchetta magica» per risolverla: «Berlusconi - ha detto Casini - è uscito dal governo ma non sono usciti i problemi. Sarebbe stato troppo facile. Quante volte mi avete sentito dire che il problema non è Berlusconi, ma è anche Berlusconi e le questioni italiane irrisolte che il governo passato aveva rinviato». «I nodi - ha concluso - sono venuti al pettine. Ma pensare che arrivato Monti lo spread calasse significa essere incauti. Tra l'altro c'è una crisi europea che sta coinvolgendo tutti compresa la Francia».

D'accordo a scatola chiusa sulla lista dei sottosegretari presentata dal governo si dice il Pd, con il vicesegretario Enrico Letta che dice: «Abbiamo totale fiducia nel governo Monti e in Monti. Sono d'accordo con la lista di sottosegretari e viceministri che porterà in Aula».



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