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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2011 alle ore 17:05.

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Mons. Giancarlo Perego (Imagoeconomica)Mons. Giancarlo Perego (Imagoeconomica)

Canali protetti per gli arrivi in mare, più cooperazione internazionale, rivedere le quote per gli ingressi in Italia e in Europa, in particolare dai Paesi mediterranei che vivono rivolte e instabilità. È quanto chiede la Fondazione Migrantes della Cei dopo il naufragio avvenuto ieri sera nel brindisino.

«La rotta della Puglia - ha dichiarato monsignor Giancarlo Perego, direttore della fondazione Migrantes - già precedentemente era stata battuta ed era una delle rotte del traffico degli esseri umani proveniente soprattutto dall`Asia. È chiaro però che in questo preciso momento, in cui è stata chiusa Lampedusa, perché porto insicuro, alcune delle navi chiaramente possono anche prendere direzioni verso la Puglia».

«Credo che occorra lavorare maggiormente per creare dei canali protetti, soprattutto in questa stagione, con la situazione del mare che non sempre è favorevole - ha detto il monsignore -. Un secondo lavoro è certamente quello nell`ottica della cooperazione internazionale, che in questi ultimi anni, da parte di tutti gli Stati europei e non solo, anche alla luce della crisi, si era praticamente azzerata o quasi. Un terzo livello è provare a rileggere anche la modalità con cui entrano gli stranieri in Italia e in altri paesi in Europa, per dare quote maggiori soprattutto ad alcuni paesi che in questo momento sono al di là del Mediterraneo e vivono la drammatica situazione di rivoluzioni e di instabilità. Diversamente potremmo assistere a nuovi arrivi che si risolvono in una drammatica situazione, come per alcuni di quelli che volevano sbarcare in Puglia».

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