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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2011 alle ore 17:12.

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Putin: i Governi stranieri pensino a ripagare i loro debiti invece di finanziare opposizione in RussiaPutin: i Governi stranieri pensino a ripagare i loro debiti invece di finanziare opposizione in Russia

"Russia Unita", il partito del potere (oppure, a seconda dei punti di vista, dei "ladri e dei corrotti", come lo definisce l'opposizione) ha offerto all'unanimità a Vladimir Putin la nomination per partecipare alle presidenziali del prossimo 4 marzo e il primo ministro, se ci fosse stato bisogno di conferme, ha accettato "con gratitudine" raccogliendo il testimone da un compiacente Dmitrij Medvedev: davanti a un pubblico più compiacente di quello che lo aveva fischiato la settimana scorsa, una platea di 10mila sostenitori che oggi invece invocavano il suo nome al Luzhniki, tempio moscovita dello sport.

Quei fischi, che improvvisamente hanno smascherato il logoramento dell'immagine di Putin agli occhi di buona parte dell'elettorato, sono stati però un campanello d'allarme: prima di tutto per il voto che domenica prossima chiamerà i russi a rinnovare il Parlamento, la loro sesta Duma. Putin e ancor più di lui Russia Unita sono in forte calo nei sondaggi, per questo ancor più vigoroso si è fatto l'attacco del futuro presidente all'opposizione. Ma soprattutto a chi le si nasconde dietro finanziandola: Putin è stato durissimo.

"Rappresentanti di alcuni Paesi stranieri - ha sibilato Putin - stanno raccogliendo coloro a cui versano del denaro, cosiddetti ricettori di donazioni, dando loro istruzioni e assegnando loro dei compiti in modo da influenzare la nostra campagna elettorale". Sforzi inutili, denaro sprecato, ha continuato il premier: i russi respingeranno "questi Giuda", politici al soldo degli stranieri. Mentre i Governi che li finanziano "farebbero meglio a ripagare i loro debiti con quei soldi, smettendola di perseguire politiche economiche inefficienti e costose". Un nuovo attacco agli Stati Uniti, in primo luogo, e all'Europa, dopo la minaccia di dislocare missili Iskander a Kaliningrad rilanciata la settimana scorsa da Dmitrij Medvedev contro i programmi americani di difesa missilistica.

Proclami nazionalisti per recuperare popolarità, da una parte. Dall'altra Putin utilizza la crisi economica in cui è precipitato l'Occidente per evidenziare la stabilità di cui la Russia ha ancor più bisogno, per proteggersi: così nei giorni scorsi ha giustificato l'esigenza di una mano salda al potere proprio per "salvare la nave dalla tempesta", escludendo ogni possibilità di alternativa. Allo stadio Luzhniki poi ha ricordato il collasso dell'Unione Sovietica, incolpandone i Comunisti (che stanno rimontando nei sondaggi) e affermando che chi era al potere negli anni 90 "aveva portato il Paese sull'orlo dell'abisso". Soltanto dopo il suo avvento al potere, ha continuato Putin, il Governo "è riuscito a ridare alla Russia la sua forza, la fiducia in se stessa e il rispetto del mondo. Tutto questo con la partecipazione e il sostegno diretto del partito Russia Unita". Questo, ha concluso tra gli applausi, "mi dà il diritto di dire che noi sappiamo meglio di chiunque altro cosa fare, e come farlo".

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