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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2011 alle ore 18:37.

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Stop ai vitalizi per deputati e senatori: dalla prossima legislatura, chi entra per la prima volta in Parlamento non avrà più diritto a quello che da molti è considerato un privilegio, ma percepirà una pensione analoga a quella dei "comuni" lavoratori. Non si toccano invece i vitalizi già acquisiti. Per gli altri gli assegni verranno calcolati con il metodo contributivo a partire dal primo gennaio 2012. Lo hanno annunciato i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, dopo l'incontro avuto oggi pomeriggio con il ministro del Welfare, Elsa Fornero. In una nota si legge che Fini e Schifani hanno comunicato al Governo la volontà di procedere entro la fine dell'anno, nell'ambito dell'autonomia costituzionale riconosciuta alle Camere dall'ordinamento, a una radicale modifica della disciplina in tema di assegni vitalizi.

Il via al sistema contributivo dal 1° gennaio 2012
«In forza di tale modifica - si legge ancora nella nota - dal primo gennaio 2012 sarà introdotto il sistema di calcolo contributivo, in analogia con quanto previsto per la generalità dei lavoratori. Tale sistema opererà per intero per i deputati e i senatori che entreranno in Parlamento dopo tale data e pro rata per quanti attualmente esercitano il mandato parlamentare. Sempre dal 1° gennaio 2012 per i parlamentari cessati dal mandato sarà possibile percepire il trattamento di quiescenza non prima del compimento dei 60 anni di età per chi abbia esercitato il mandato per più di una intera legislatura e al compimento dei 65 anni di età per chi abbia versato i contributi per una sola intera legislatura».

Fornero: no alle ingiustificate posizioni di privilegio
Una correzione di rotta che il ministro aveva ventilato in un intervento inviato al quotidiano "La Repubblica". «In un momento in cui si è costretti a richiedere duri sacrifici alle famiglie - aveva sottolinea la Fornero nei giorni scorsi - con provvedimenti draconiani che colpiscono anche le fasce più deboli, non si può prescindere dall'abolizione delle ingiustificate posizioni di privilegio che perdurano per molte categorie difficilmente annoverabili tra i bisognosi, come i liberi professionisti con le loro casse e i politici con i loro vitalizi».

La decisione della Camera a luglio, poi il Senato si è allineato
Della modifica del sistema dei vitalizi si parla ormai dalla scorsa legislatura, e alla Camera già alla fine di luglio si era deciso di intervenire. Era infatti il 21 luglio quando l'ufficio di presidenza di Montecitorio aveva stabilito la «definizione di una proposta di sostituzione dell'attuale sistema, a decorrere dalla prossima legislatura, con un nuovo sistema di tipo previdenziale analogo a quello previsto per la generalità dei lavoratori». Poi anche il Senato si è allineato e oggi è arrivato il via libera definitivo al cambio di passo.

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