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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2011 alle ore 16:54.

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«Ci avete educato alla libertà, al rispetto di noi stesse, siamo andate nel mondo piene delle vostre aspettative. Solo che fuori non ne sapevano niente e tutto andava nel solito vecchio modo». Contro quel solito "vecchio modo" le donne di "Se non ora quando" (Snoq) torneranno a far sentire la loro voce l'11 dicembre: a Roma, nella centralissima piazza del Popolo, e nelle piazze di tutte le regioni d'Italia. Ripartendo dalle parole che una giovanissima Isabella Ragonese rivolge alla donna matura - Lunetta Savino - nell'atto unico di "Libere", scritto da Cristina Comencini e portato in scena dalla sorella Francesca, due delle ideatrici del movimento che il 13 febbraio scorso ha portato in piazza oltre un milione di persone, bissando il successo a Siena pochi mesi dopo.

In cerca di dialogo con il nuovo Governo
Ora i comitati di Snoq, più di cento in tutta Italia, si preparano a una nuova iniziativa. Ma guai a rinchiuderli dentro uno steccato, a considerarli cioè anti-berlusconiani, perché le loro rivendicazioni parlano alla politica - spesso miope rispetto ai bisogni dell'universo femminile - non a questo o a quello schieramento. Ecco perché dalle piazze locali, che si animeranno l'11 dicembre, il movimento cercherà di aprire un canale di dialogo con il presidente del Consiglio, Mario Monti, lanciando da Roma e dal resto del paese proposte concrete per un welfare più a misura di donna. Ricette che saranno formulate da economiste ed esperte, ma anche da chi vive, nel quotidiano, tutte le difficoltà di un sistema poco attento alla necessità di conciliare lavoro e famiglia. Nella speranza che alle aperture del premier - che ai giovani e alle donne ha rivolto, sin dal suo esordio, un'attenzione non scontata - possano seguire presto i fatti.

Il ricordo della tragedia di Barletta al centro della mobilitazione
Lo faranno scegliendo la formula rodatissima sperimentata a febbraio che alterna momenti leggeri a riflessioni puntuali su quanto servirebbe per un paese più equo e meno distratto. Che assiste inerme a tragedie come quelle di Barletta dove quattro donne - che lavoravano in un opificio nascosto al pianterreno di un immobile - sono morte per il crollo della palazzina mentre inseguivano il sogno di una vita migliore. Tina, Matilde, Giovanna e Antonella (la quinta vittima, Maria, è la figlia dei proprietari del piccolo laboratorio) saranno ricordate anche l'11 dicembre dopo la fiaccolata che il movimento ha organizzato a Siena il 13 ottobre scorso.

Da Sassari a Roma: ecco tutte le iniziative
Ma ci sarà anche molto altro. A Sassari, insieme a un sit-in, sarà proiettato un documentario dal titolo "il mondo che vogliamo" costruito con le interviste delle donne sassaresi che raccontano i loro desideri e la voglia di reagire. La stessa che proveranno a mettere nero su bianco in una sorta di "libro dei desideri" aperto al contributo di tutti in piazza. A Genova, invece, sarà proiettato un film sulla Svezia "Quando donne e uomini governano insieme": una scelta non casuale visto che la monarchia svedese è tra gli Stati più avanzati in fatto di parità. Quindi Isabella Ragonese e Lunetta Savino torneranno a riproporre la pièce della Comencini: un dialogo-confronto tra due generazioni che parla di femminismo ma non solo. E, come a Sassari con il "libro dei desideri", anche per i genovesi ci sarà la possibilità di fissare, su un lungo rotolo di carta, le priorità e le proposte della piazza per il paese. Che le donne di Snoq vogliono unito da Milano a Reggio Calabria e, anche per questo, nella piazza genovese ci sarà un set fotografico con una bandiera italiana come sfondo. Per guardare avanti sì, ma senza dimenticare il passato. Anche a Verona, poi, spazio al futuro che si vorrebbe e che sarà sviscerato nelle lettere di Santa Lucia, arrotolate con un fiocco rosa e distribuite nei mercatini di Natale. Perché, da Nord a Sud, c'è un filo rosso che unisce i comitati di Snoq: la speranza che l'Italia che verrà sia un paese migliore per tutti. Non solo per le donne.

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