Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2011 alle ore 08:38.

My24

ROMA. La conferenza stampa di Mario Monti non è stata una sorpresa per i partiti. Così come non lo è stato il tono delle parole del premier: nessun cedimento sulle misure, sforbiciata ai riti concertativi, ridottissimi margini di trattativa con i segretari politici. A cominciare dalle pensioni per finire con le nuove tasse – o viceversa – la manovra è diventata la medicina necessaria per salvare il Paese. E il partito di Pierluigi Bersani, da tempo, ha detto «prima l'Italia, poi il Pd». Così come ha fatto Silvio Berlusconi spiegando, ancora nei giorni scorsi, il suo passo indietro per «senso di responsabilità verso gli italiani». Dunque, anche in casa pidielle non ci sarà nessuno che strapperà sulla manovra. Anche se questo vorrà dire ingoiare il veleno della patrimoniale o dell'Ici. Così come in casa Pd si dovranno fare i conti con gli interventi sulle pensioni su cui Bersani ha già annunciato «qualche no» mentre tifa per la patrimoniale.

Dunque, qualche «no» di qua e di là, così come i «sì» sono distribuiti su entrambe le sponde del Parlamento. In mezzo, c'è il terzo polo da cui è arrivato il più completo sostegno da Pier Ferdinando Casini: «Voteremo con convinzione ma serve un segnale sulla famiglia». E Gianluca Galletti, responsabile delle questioni economiche dell'Udc è ancora più chiaro: «Ci aspettiamo una manovra complessiva che in qualche modo colpisca tutti perché se si chiede uno sforzo ai pensionati, a maggior ragione si deve chiedere a chi ha di più con una patrimoniale». Insomma, ciascun partito rivendica una fettina del proprio Dna programmatico e alla fine l'obiettivo di tutti è spuntarne qualcuno. Come se la manovra fosse una sintesi bilanciata delle diverse proposte. Lo spiega bene Bruno Tabacci, dell'Api: «Sarà una manovra ripartita, nel senso di bilanciata tra le istanze delle diverse forze politiche e, alla fine, nessuno potrà fare a meno di farla passare». Si tratterà, quindi, di bilanciare patrimoniale e Ici con le misure previdenziali e i tagli alla spesa con compensazioni su famiglie e lavoro.
Nel Pd ci sarà un vertice oggi sulle pensioni in attesa di un probabile colloquio con Monti ma le aspettative sono di trovare nella manovra un punto di equilibrio. Lo chiarisce Enrico Letta, vicesegretario del partito: «Quel che mi aspetto sono misure a 360 gradi e cioè interventi a tutto campo che rispettino l'esigenza del rigore e del pareggio di bilancio ma che puntino alla crescita e soprattutto facciano pagare di più a chi finora ha dato meno». Accanto alla consapevolezza che la manovra dovrà essere approvata obbligatoriamente, Pd e Pdl trovano piccoli spazi di polemica: Bersani accusa il Pdl di porre «condizionamenti a Monti sulla patrimoniale» e Maurizio Lupi gli suggerisce di «non sprofondare nel pantano delle pensioni».

In effetti dalle parti del Pdl non è la previdenza il problema: fosse stato per loro avrebbero inserito la riforma già nelle due manovre estive ma subirono il veto della Lega. Per il Pdl lo scoglio – al pari della previdenza per il Pd – sono la patrimoniale e l'Ici. «Discutiamo della patrimoniale ma sono contrario alla reintroduzione dell'Ici», diceva ieri Ignazio La Russa mentre Maria Stella Gelmini diceva «no» a entrambe. Su un'altra posizione ancora Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, politico vicinissimo a Cl, che metteva due paletti: «Il primo è il rispetto di impegni già assunti in Europa dal precedente Governo, il secondo è che i sacrifici tengano conto del fattore-famiglia». Insomma, tre posizioni diverse che probabilmente, sulle tasse, confluiranno in una astensione. E sarà archiviata, come ha annunciato Monti, pure la pratica concertativa, quella con i segretari politici e i sindacati. Mentre è probabile che nelle prossime ore ci possano essere contatti, non sono ancora in agenda incontri. «Al momento non sono previsti, comunque se ci saranno, avverranno alla luce del sole o in Parlmento – risponde Letta – per le parti sociali credo si vada verso la sperimentazione di metodi nuovi, come è nuova questa esperienza del Governo-Monti». Da Tabacci invece un suggerimento: «Spero che il premier non veda i leader di partito: che fa, tratta pezzi di manovra con uno e altri pezzi con un altro? Improponibile».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi