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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2011 alle ore 18:49.

«Recuperare efficienza risparmiando: questo é l'obiettivo ambizioso ma forse sintomatico dell'azione di questo Governo. Lo stato dell'economia ci impone di essere efficienti e di affrontare i problemi in maniera efficace». Lo ha ribadito il ministro Paola Severino durante la sua audizione in commissione Giustizia alla Camera.
Braccialetto elettronico solo dopo verifica benefici-costi
Sul braccialetto elettronico, ha detto il ministro, «non è mia intenzione rinnovare la convenzione senza una verifica dei costi e dei benefici», riferendosi al canone annuo di circa 11 milioni di euro che lo Stato paga alla Telecom per 450 kit per il controllo a distanza dei condannati (la convenzione scade a dicembre). «Dalle primissime proiezioni - ha spiegato Severino - sembra che se riuscissimo ad applicare il braccialetto a un numero significativo di persone, che altrimenti dovrebbero essere detenute in carcere, allora ci sarebbe una convenienza economica». Per quanto riguarda il tema degli ostacoli tecnici che impedirebbero la ricezione del segnale del braccialetto, il ministro ha aggiunto che «dalle prime verifiche sembra che sia possibile localizzare sempre la persona sotto controllo nei suoi movimenti e che i tentativi di rimozione sono rilevabili a distanza». Severino ha preso l'impegno di portare in Commissione i dati sul braccialetto man mano che gli studi sulla sua applicabilità offrono risultati. Il ministro ha spiegato di «non considerare il braccialetto una soluzione fino a che non sarà provato che è efficace e che costa meno del carcere».
Messa in prova e domiciliari altre alternative all'affollamento
All'emergenza carceri il ministro pensa di far fronte anche con il ricorso all'istituto della messa in prova e a un maggior ricorso alla detenzione domiciliare, oltre che predisponendo una carta dei diritti e dei doveri dei detenuti. Ma pensa anche di mettere mano a rimedi per combattere «l'inefficienza e la lentezza del processo civile». Severino mette in agenda riforme di procedura civile per rendere più «snelli» i procedimenti e assicurare risposte ai cittadini e alle imprese che «chiedono il riconoscimento di diritti anche patrimonialmente rilevanti».
Per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie occorre individuare un parametro oggettivo
L'altro fronte d'azione è quello della revisione delle circoscrizioni giudiziarie. «Su questo siamo tutti d'accordo - ha aggiunto Severino - ma quando poi si tratta di decidere nello specifico quale ufficio giudiziario chiudere, allora l'intesa finisce». Per questo il ministro vuole individuare un «parametro oggettivo che è l'unico metodo per procedere» sulla strada della soppressione dei tribunali minori e del risparmio per le spese dello Stato. «Se riuscissi a portare a termine questi interventi su questi tre obiettivi - ha concluso Severino - mi considererei già appagata, anche se so che bisognerebbe mettere mano anche ad altre cose se ci fosse tempo».
Per l'amnistia serve una maggioranza qualificata in Parlamento
Il Guardasigilli Paola Severino ha anche ribadito l'estraneità del Governo Monti al dibattito sull'amnistia: «Se il Parlamento troverà la maggioranza qualificata richiesta nulla quaestio, ma io sono qui per parlare dei provvedimenti che può prendere il Governo. Non si tratta di essere a favore o contro l'amnistia». La domanda, ha ribadito a fine audizione rispondendo ai cronisti che la interrogavano ancora sul'amnistia, «è posta al soggetto sbagliato».
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