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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2011 alle ore 19:47.
L'ultima modifica è del 01 dicembre 2011 alle ore 18:19.

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Nicolas Sarkozy (Afp)Nicolas Sarkozy (Afp)

«Serve una maggiore disciplina sui e tutti i paesi dell'Eurozona devono seguire la regola d'oro del pareggio di bilancio». Il presidente francese Nicolas Sarkozy, nel discorso sulla crisi dell'Eurozona a Tolone, ribatte il tasto della riforma dei trattati europei. «Noi e la Germania saremo fianco a fianco per una loro riforma». Sull'Eurotower il presidente Sarkozy non si sbilancia più di tanto. «La Bce è indipendente e se lo sarà prenderà le decisioni giuste» dice il presidente francese. «L'Europa - ha aggiunto Sarkozy - rischia di essere spazzata via dalla crisi se non riuscirà a riprendersi». L'attuale situazione «è estrema».

Il presidente francese ha annunciato che lunedì riceverà a Parigi la cancelliera Angela Merkel e che insieme faranno «delle proposte franco-tedesche per garantire l'avvenire dell'Europa». Sarkozy ha detto che, nell'ambito dell'Eurozona, è necessario che si prendano «senza indugi decisioni a maggioranza qualificata». «L'ingrazione europea passerà attraverso (decisioni) intergovernative perché l'Europa deve fare delle scelte strategiche, delle scelte politiche», ha aggiunto il capo dello Stato.

È iniziato un nuovo ciclo economico di riduzione del debito che dovrà coinvolgere tutte le economie sviluppate. «Questo nuovo ciclo - ha detto - è differente dal precedente. Il prossimo ciclo sarà un ciclo di riduzione del debito che sarà accompagnato da un aggiustamento nel quale dovranno essere prese in esame tutte le politiche economiche dei paesi sviluppati».

«Sono convinto che per mantenere la fiducia ed evitare la paura, bisogna dire la veritá ai francesi» e cioè che «la crisi è seria, che è destinata a durare, e toccherá la crescita, la disoccupazione e il potere d'acquisto» ha detto Sarkozy. Nel suo discorso a Tolone ha sottolineato come «i nostri sforzi per aumentare la produttivitá sono stati notevoli» eppure «per i francesi è sempre più difficile proiettarsi nel futuro».

«Per uscire dalla crisi bisogna lavorare di più, non di meno», ha continuato il capo dell'Eliseo, criticando esplicitamente uno dei cavalli di battaglia dei governi socialisti francesi degli anni '90. «Oggi si può dire che la pensione a 60 anni e la legge sulle 35 ore settimanale sono stati degli errori gravi» ha detto.

Le accuse di Sarkozy sono anche contro le politiche liberiste che «hanno messo l'economia al servizio quasi esclusivo della speculazione e dell'ossessione del breve termine». Sarkozy ha parlato di «un ciclo di riduzione del debito che sará differente da quelli che lo hanno preceduto e sará accompagnato da un aggiustamento delle politiche economiche dei paesi sviluppati». Ma, ha aggiunto, «la crisi ha spinto ad accelerare il ritmo delle riforme, non a fermarle o a rallentarle».

Ricordando gli interventi compiuti dallo scoppio della crisi Sarkozy ha comunque sottolineato che «non sono gli azionisti delle banche a essere stati protetti, ma lo sono stati i risparmi dei francesi e i loro posti di lavoro. Non una sola banca ha chiuso i battenti, non un centesimo di depositi è andato perduto».

«Dobbiamo continuare ad investire, perchè la chiave del nostro futuro è nella produttività e nella competitività» ha detto. «La Francia ha qualità eccezionali per affrontare tutte le concorrenze e tutte le sfide».

La tv francese iTele, all'inizio della trasmissione in diretta del discorso del presidente da Tolone, ha detto che un vertice franco-tedesco si svolgerà lunedì prossimo a Parigi. Per il capo dell'Eliseo, a cinque mesi dalle presidenziali del 2012, l'obiettivo è riconciliare la Francia del «sì e la Francia del no», spingendo per un'Europa integrata, anche se basata sul metodo intergovernativo.

«Sarkozy in campagna: Candidato a spese» dello Stato, titolava oggi il quotidiano di sinistra, Liberation. Domani, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel si esprimerà dal Bundestag su crisi ed Europa. Viste le attuali difficoltà del tandem franco-tedesco a parlare con una voce sola, secondo molti osservatori, è probabile che dai due discorsi emergerà la distanza che separa attualmente Parigi e Berlino. «Ci sarà un contributo francese e un contributo tedesco, poi ci sarà una posizione comune al summit dell'8 e 9 dicembre. Non prima», ha riconosciuto ieri a Bruxelles, il ministro francese delle Finanze, François Baroin, lasciando intendere che l'accordo franco-tedesco non è ancora a portata di mano.

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