Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 08:13.

My24

ROMA. La resa dei conti interna è rinviata a dopo l'approvazione della manovra. Ma nel Pdl e nel Pd con il passare dei giorni l'aria si fa sempre più pesante. La reintroduzione dell'Ici, sommata alla patrimoniale, rappresenta per il partito di Silvio Berlusocni un boccone indigesto, tanto quanto per il Pd l'intervento sulle pensioni di anzianità. L'ex premier, nel vertice tenutosi mercoledì a Palazzo Grazioli, ha ribadito che «Monti va sostenuto».

Ma è lo stesso Cavaliere che in pubblico si dice fieramente contrario al ritorno dell'imposta sulla prima casa e sulla patrimoniale. In realtà, dovendo scegliere, più di qualcuno adesso dice apertamente che se una battaglia va fatta è contro la reitroduzione dell'Ici: «È un'imposta che colpisce anche le fasce più deboli, quelle che già ora sono in maggiore sofferenza», conferma Osvaldo Napoli. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, attende di conoscere dal premier il contenuto della manovra. L'incontro – stando ad alcune indiscrezioni di fonte Pdl – potrebbe tenersi domenica sera.

Monti sembra infatti intenzionato a vedere i leader dei partiti della maggioranza così come le parti sociali. Ma visto che gli incontri si terranno alla vigilia del Consiglio dei ministri difficilmente potranno condizionare i contenuti della manovra. «La verità è che a noi come al Pd ci toccherà ingoiare tutto e di più...», commentava amaro ieri uno dei maggiori esponenti del Pdl. E in effetti anche nel partito di Pierluigi Bersani non ci si fa troppe illusioni.

Il leader del Pd ieri ha fatto un po' la voce grossa, chiedendo a Monti di non rimanere «sordo alle nostre idee». Ma il problema è che tra i democratici «le idee» sono diverse come è emerso anche ieri, in occasione del vertice tenutosi alla Camera. L'ala del partito più vicina alla Cgil di Susanna Camusso ha ribadito il suo «no» a mettere in discussione «quota 40», intesa come età contributiva. La maggioranza però sembra disponibile a rivedere anche questo tabù, in cambio di misure a sostegno di disoccupati (reddito minimo) e giovani (agevolazioni per le assunzioni).

Le divisioni interne a Pdl e Pd è probabile che non avranno effetti sul sostegno a Monti. Nessuno infatti vuole assumersi la responsabilità di mettere a repentaglio la tenuta dell'Esecutivo. Segnare dei distinguo, invece, potrebbe tornare utile anche in funzione delle possibili, future alleanze. Il Pdl guarda alle amministrative con ansia. La necessità di mantenere un contatto aperto con la Lega spinge Berlusconi ad annunciare un incontro con Bossi, nonostante le ripetute smentite dei collonnelli del Carroccio e l'eloquente silenzio del Senatur. Ma anche Bersani ha bisogno di non tagliare i ponti con Vendola.

Il leader di Sel resta cauto, in attesa di conoscere il contenuto del decreto che verrà approvato lunedì e per ora non ha mollato il segretario del Pd. Una scelta prudente, dettata anche dal timore che una eventuale rottura favorirebbe quanti (e non sono pochi) vedrebbero con favore l'alleanza con Casini. E il leader dell'Udc ha già anticipato che le strategie future saranno derminate proprio dal grado di sostegno a Monti, che il Terzo polo appoggia «senza se e senza ma».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi