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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 11:48.

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Comuni sull'orlo del default sociale. Le risorse che i Comuni destinano al sociale nell'ultimo triennio sono state pesantemente tagliate. Ecco qualche esempio sottolineato dal Censis nel Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2011: il Fondo nazionale per le politiche sociali è passato dal 2008 al 2011 da 929,3 milioni di euro a meno di 220 milioni, il Fondo per la non autosufficienza nel 2011 non è stato finanziato, e sforbiciate profonde sono state date anche agli altri fondi sociali nazionali.

Meno risorse a fronte di un ipotizzabile incremento di domanda sociale
Oltre il 40% delle risorse per il sociale dei Comuni è impiegato per famiglie e minori, il 21,2% per gli anziani, una quota simile per i disabili e il 7% circa per la lotta alla povertà. A subire l'impatto negativo dei tagli saranno in primo luogo loro, ma anche gli occupati nel sociale. Nell'immediato futuro il rischio di default sociale nei Comuni - secondo il rapporto del Censis - è nelle cose, perchè avranno molte meno risorse a fronte di un ipotizzabile brusco incremento di domanda sociale indotto, tenuto conto che sono stimate in circa 1,8 milioni le famiglie che escono dal rischio povertà grazie ai trasferimenti sociali, molti dei quali sotto tiro.

Aumentate del 14,6% le famiglie in condizioni di deprivazione
Il rapporto Censis evidenzia, inoltre, che tra il 2016 e il 2010 sono aumentate del 14,6% le famiglie in condizione di deprivazione, che ora sono 4 milioni- È aumentato di oltre un milione (sono 4,1 milioni in totale) il numero di famiglie che hanno intaccato il patrimonio o contratto debiti. Le coppie con figli in povertà assoluta sono aumentate del 37%, le monogenitoriali in povertà assoluta sono aumentate del 72,3%, le famiglie numerose in povertà assoluta sono aumentate del 41,6 per cento. E le famiglie senza alcun componente occupato sono diventate almeno 2,5 milioni e in cui vive poco meno del 6% dei minori.

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