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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 18:47.
All'incontro di domenica con gli Enti locali, voluto dal presidente del Consiglio, Mario Monti, non ci saranno i governatori leghisti. Lo avevano preannunciato e oggi Zaia e Cota lo confermano: nessuna intenzione di rinunciare alla riapertura del parlamento del Nord, fissata per domenica a Vicenza. «Passaggi solo formali, nient'affatto istituzionali. Ovvero, una perdita di tempo»: così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia definisce gli incontri in programma a Roma.
Per il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, la convocazione di domenica da parte del presidente del Consiglio «é una provocazione e uno sgarbo istituzionale». Perché la Lega - riferisce - «aveva dato piena e completa disponibilità anche per la giornata di domenica, tranne poche ore per la durata dell'iniziativa del parlamento della Padania». Invece, lamenta il governatore, l'incontro con il Governo «è stato fissato proprio durante questa iniziativa». La Regione Piemonte, fa sapere Cota, all'incontro con il Governo sarà comunque rappresentata dall'assessore al bilancio, Giovanna Quaglia.
All'incontro di domenica con Mario Monti ci sarà invece il presidente della Regione Lombardia, il pidiellino Roberto Formigoni che si aspetta sul tema del federalismo e del federalismo fiscale «indicazioni positive».
Trasporto pubblico locale e sanità sono «le priorità delle Regioni, in una situazione difficile», annuncia il presidente dell'Emilia Romagna a della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. Sulle risorse sanitarie le regioni «sono pronte a rivedere in poche settimane il patto per la salute, per discutere domenica con il governo».
«Il taglio ai trasferimenti al trasporto pubblico locale impedisce in molti casi di poter continuare a garantire quel servizio necessario», dice il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Che considera i segnali arrivati finora dal Governo Monti «assolutamente incoraggianti».
Dunque i governatori si aspettano di discutere anche dei tagli alla sanità. Che non uscirà intoccata dalla manovra: il taglio di 2,5 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale, previsto dalla manovra di agosto per il 2013, potrebbe essere anticipato già all'anno prossimo. E per il 2013 potrebbe arrivare a 5 miliardi di euro. I rappresentanti degli Enti locali lo avrebbero appreso in incontri informali con esponenti del Governo avuti in questi giorni a Roma.
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