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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 12:19.

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Il ritardo infrastrutturale e la debolezza istituzionale nel farvi fronte sono elementi che non consentono all'economia nazionale una crescita della propria capacità competitiva. E questo costituisce un fattore di progressivo impoverimento dello stock di capitale fisico di cui il paese dispone, che stride con la disponibilità relativamente elevata di beni e risorse di natura privata. A rilevarlo è il Censis nel Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2011.

In futuro scenderà ancora l'incidenza degli investimenti pubblici
Osservando l'incidenza degli investimenti fissi lordi del totale delle amministrazioni pubbliche italiane, si scopre che dal 2,5% del Pil del 2009
(media europea 2,8%) si é scesi al 2,1% nel 2010. Per il futuro l'incidenza degli investimenti pubblici scenderà ancora (1,5% nel 2012 e 1,4% nel 2013 secondo il Def del 2011). tuttavia il nodo non può essere cercato solo nell'entità complessiva della spesa pubblica per investimenti in opere pubbliche, ma soprattutto nel suo andamento altalenante, nella difficoltà di programmazione, in un livello di attuazione che rimane sorprendente basso sia sotto il profilo delle risorse impegnate che della concreta realizzazione degli interventi. Tutto ciò emerge con chiarezza nei dati sul livello di attuazione della Legge Obiettivo.

Sono 390 le opere strategiche
Il primo elemento sorprendente riguarda la continua evoluzione del cosiddetto Pis (programma infrastrutture strategiche"). Allo stato attuale le infrastrutture "strategiche" (termine evidentemente ormai del tutto snaturato) sono 390 per un costo complessivo di 367 miliardi di euro. Dal 2004 a oggi le opere strategiche sono passate da 228 a 390 e il loro costo complessivo é cresciuto del 57,4% naturalmente, a fronte di questi dati evolutivi non stupisce che il livello di copertura finanziaria del Pis sia decisamente basso.

Nel 2011 ulteriore contrazione degli investimenti in costruzioni
Nel 2011 l'economia delle costruzioni e dell'immobiliare ha visto peggiorare gran parte degli indicatori fondamentali. I dati del rapporto Censis, sulla base delle stime dell'Ance diffuse a giugno scorso, evidenziano, per il 2011, un'ulteriore contrazione degli investimenti complessivi in costruzioni (-4,0%) dopo un 2010 anch'esso in netto calo (-6,4%). In particolare sono in crisi le nuove costruzioni residenziali (-5,9% in termini reali su base annua), per le quali si prevede un andamento negativo anche nel 2012, con un ulteriore calo del 5,3 per cento. A mitigare l'andamento negativo del nuovo é il recupero abitativo: gli investimenti in manutenzione straordinaria nel settore residenziale sono gli unici a registrare una crescita, anche se modesta (+0,5% nel 2011), per un aumento complessivo negli ultimi quattro anni dello 0,4%. complessivamente, per gli investimenti in abitazioni.

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