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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 09:33.

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Angela Merkel (Epa)Angela Merkel (Epa)

«Non ci limitiamo a parlare di Unione fiscale, ma cominciamo a crearla», ottimista Angela Merkel davanti al Bundestag, la Camera bassa tedesca. Però «bisogna cambiare i trattati» e per ora il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere sono concordi soprattutto su un punto: l'Europa rischia di essere spazzata via (Sarkozy ieri a Tolone), siamo seduti su una polveriera (Merkel, nel risvolto più pessimista del suo discorso, oggi al Bundestag).

Per conoscere le ricette franco-tedesche per uscire dalla crisi bisognerà comunque aspettare almeno fino a lunedì prossimo, quando i due leader s'incontreranno per preparare il summit europeo dell'8 e del 9 dicembre. «Dobbiamo apprendere delle lezioni da questa crisi - dice Merkel - sarà necessario monitorare di più le regole e sanzionare chi non le rispetta».

Infatti ieri Sarkozy ha aperto all'idea, cara ai tedeschi, che esista qualche forma di sanzione automatica nei confronti dei paesi membri che non rispettano una rigorosa politica di bilancio, ma il presidente francese non ha lasciato intendere molto di più. Oggi comunque ha raccolto i complimenti di Merkel: «Ha fatto un discorso molto importante, lunedì ci incontreremo per parlare ancora».

Questa mattina al Bundestag la cancelliera tedesca ha risposto con un discorso altrettanto generico nel merito, ma che inizia a rassicurare i mercati nel metodo: sembra appunto che la prossima settimana, almeno nelle intenzioni dei leader europei, sarà quella decisiva per le sorti dell'euro. Oggi intanto arriva a Parigi il primo ministro britannico David Cameron, i negoziati quindi sembrano serrati.

Merkel ha ribadito che la Banca centrale europea ha natura e funzioni differenti rispetto agli altri analoghi istituti, ma ha anche aggiunto - e la sottolineatura è di rilievo, visto che è fatta in tedesco - che «il lavoro della Bce è assicurare la stabilità finanziaria ed è ciò che sta facendo in questo momento». Non solo, dunque, controllo dell'inflazione, tema fondamentale per la Germania, ma anche qualcosa di più, di molto di più: la garanzia della stabilità finanziaria. Non siamo ancora allo «stampiamo moneta» (della Federal reserve), ma a trattati ancora invariati è notevole che sia un cancelliere tedesco a dire di fronte al Bundestag che la Bce deve essere libera di muoversi «in ogni direzione», in piena autonomia e indipendenza rispetto ai governi nazionali.

Sugli Eurobond, però, ancora nessun apertura: «Non sono un contributo alla soluzione della crisi». Per il superamento del problema dei debiti sovrani, poi, in alcuni casi ci vorranno anni. Certo, è soprattutto la politica (meglio: i governi) che deve riconquistare la fiducia e la credibilità perse. E su questo, di nuovo, tornano le assonanze con quanto pensa e dice Sarkozy (oltre al presidente della Bce, Mario Draghi, ieri al Parlamento europeo). Perché «il futuro dell'euro è collegato a quello dell'Unione europea» e la moneta unica - spiega Merkel ai parlamentari tedeschi - è più forte «del marco».

Di fronte al Bundestag Merkel ha anche voluto riconoscere che «l'Italia sta affrontando cambiamenti molto importanti, è una forza economica che si sta prendendo le responsabilità». «L'Italia ha davanti a sé un'enorme sfida - ha detto Merkel - è responsabile per il proprio futuro e per il futuro dell'Europa».

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