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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2011 alle ore 16:08.

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FRANCOFORTE - La soluzione della crisi dell'Eurozona sarà una maratona e gli ultimi chilometri sono i più duri. È improbabile che il cancelliere tedesco Angela Merkel abbia mai corso o correrà mai una maratona, ma con il discorso di ieri al Bundestag ha deciso di accelerare il passo. Il tono di urgenza nelle parole della signora Merkel, più del contenuto, in cui ha ribadito la necessità di un'unione fiscale attarverso una modifica in tempi brevi dei Trattati europei e la propria opposizione agli eurobond, ha contribuito a diffondere sui mercati finanziari l'aspettativa che, fra la riunione franco-tedesca di lunedì prossimo e il vertice europeo di venerdì 9 («Andiamo a Bruxelles a cambiare i Trattati», ha detto il cancelliere) si possa quanto meno avviare a soluzione il problema.
Il discorso al Bundestag ha rafforzato le impressioni sollevate nelle ventiquattr'ore precedenti - dall'intervento del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, in cui suggeriva la possibilità di un'azione rafforzata della Bce a fronte di un «contratto fiscale», e da quello del presidente francese, Nicolas Sarkozy a Tolone, più allineato con le posizioni tedesche - che le autorità europee siano pronte a muoversi rapidamente. Anche se, con caratteristica cautela, il cancelliere ha ripetuto che «è un processo che richiederà anni» e ha ribadito che l'indipendenza della Bce a prendere decisioni «in ogni direzione» va protetta.

«Non stiamo solo parlando di unione fiscale, ma stiamo cominciando a realizzarla», ha affermato la signora Merkel, che ha insistito sulla posta in gioco «per la Germania e per i tedeschi» e che il Paese ha tratto grandi benenfici dalla moneta unica. A uso interno, ha ricordato che l'euro è una moneta più forte del marco, tanto rimpianto dai suoi elettori. A proposito dell'Italia, il capo del Governo tedesco ha sottolineato come i suoi piani (che il presidente del Consiglio, Mario Monti, annuncerà lunedì), siano cruciali per il futuro dell'Eurozona. «L'Italia - ha detto - è responsabile per il suo futuro e quello dell'Europa».
Il cancelliere ha ripetuto che l'obiettivo è l'unione fiscale, con severe regole di bilancio, la cui applicazione sia sorvegliata strettamente e che possano essere fatte rispettare attraverso la Corte europea di giustizia, con sanzioni automatiche per i Paesi trasgressori. Su quest'ultimo punto, al recente incontro tripartito di Strasburgo, si era dichiarato d'accordo Monti, mentre Sarkozy aveva glissato. Nel suo discorso di Tolone, il presidente francese sembra aver accettato questa posizione, che sacrifica in parte la sovranità nazionale. La signora Merkel ha sostenuto che la strada di modificare i Trattati è preferibile ad accordi intergovernativi, che erano stati ventilati nei giorni scorsi.

La porta resta chiusa invece per l'emissione di eurobond, in cui il debito diventa a responsabilità congiunta, definita «impensabile» almeno fino a quando l'unione fiscale non sia completata. In serata, il cancelliere, attraverso il suo portavoce, ha dato invece il proprio viatico alla proposta del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, per la creazione nei singoli Paesi di fondi nazionali per il rimborso, nell'arco di vent'anni, del debito pubblico che eccede il 60% del prodotto interno lordo. A questi fondi dovrebbe essere dedicata una parte delle entrate fiscali, per dare un segnale ai mercati che l'obiettivo della riduzione del debito su livelli considerati sostenibili verrà rispettato. Peraltro, la proposta è una versione annacquata di quella lanciata il mese scorso dai cinque "saggi", gli economisti che consigliano il Governo tedesco, e che prevedeva invece che la parte di debito eccedente il 60% fosse messa in comune dai partecipanti all'Eurozona, con una partecipazione pro-quota all'emissione di bond da parte di questo «fondo di rimborso del debito».

LE PROPOSTE TEDESCHE

1. CONTROLLO SUI BILANCI
È l'assoluta priorità tedesca. La Germania vuole controlli preventivi sui conti pubblici degli Stati membri dell'euro, con la possibilità di imporre modifiche in corsa alle misure nazionali e, nel caso di mancato rientro dal deficit, di adottare sanzioni automatiche, ritirare i fondi strutturali e persino togliere il diritto di voto ai Paesi «recidivi»

2 . FONDO DI RIMBORSO
Il Governo tedesco propone che ogni Paese crei un fondo speciale di rimborso per la parte del debito pubblico che eccede il 60% del Pil. Questo fondo verrebbe finanziato dalle entrate fiscali con l'obiettivo di riportare il rapporto debito-Pil sotto al 60% entro vent'anni. Non è prevista una messa in comune del debito in eccesso, come proposto dai "cinque saggi" di Berlino

3. INDIPENDENZA BCE
La Merkel ha ripetuto ieri che la Bce ha natura e funzioni diversi rispetto ad altri istituti come la Fed o la Bank of England. Ma ha indicato che «il compito dell'Eurotower è assicurare anche la stabilità finanziaria ed è ciò che sta facendo».
Il cancelliere potrebbe accettare un ruolo più aggressivo della Bce in cambio del nuovo patto sui bilanci

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