Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2011 alle ore 08:10.

My24

Gianni Dragoni
Alitalia-Cai chiuderà in rosso anche il bilancio 2011, il terzo anno di attività. Il risultato netto negativo è stimato intorno ai 100 milioni di euro, a meno di operazioni straordinarie prima di Capodanno.
Questo porterà ad oltre 600 milioni le perdite nei primi tre anni di vita per la compagnia presieduta da Roberto Colaninno. Il patrimonio netto si ridurrà a poco più di 450 milioni, il 38% circa dei 1.170 milioni di capitale versati all'inizio del viaggio.
Il capitale iniziale è ripartito tra gli 847 milioni versati dai 20 soci italiani (erano 21, ma la Fingen dei fratelli Fratini si è ritirata) e 323 milioni da Air France-Klm, che è il primo azionista della compagnia "italiana", con il 25 per cento.

In origine il piano della Cai, elaborato da Intesa Sanpaolo quando era guidata da Corrado Passera, divenuto ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti nel governo Monti, prevedeva l'utile al terzo anno. I traguardo è stato rimandato al 2012. Quest'anno era fissato l'obiettivo del pareggio operativo, il risultato prima di oneri finanziari, voci straordinarie e tasse. Ma non dovrebbe essere centrato, secondo le ultime stime della compagnia. Ieri l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, ha detto: «Se non sarà pareggio operativo non ci andremo lontani».
Se il pareggio operativo fosse raggiunto, sarebbe però per merito di robusti proventi non gestionali o una tantum, non per la gestione. Nel primo semestre, secondo la relazione sui conti al 30 giugno, un documento che Il Sole 24 Ore ha consultato, i conti hanno beneficiato di 115,73 milioni di "saldo proventi e oneri diversi". Un importo elevato, nel 2010 i proventi "diversi" erano 31,32 milioni nel semestre. Senza questi apporti il bilancio 2011 sarebbe in rosso per oltre 200 milioni.
La nuova Alitalia ha ridotto i costi rispetto alla compagnia pubblica, oltre 7mila persone della vecchia azienda sono state lasciate a casa. Dal primo novembre però anche 700 dipendenti della "nuova" sono in cassa integrazione, per contenere i costi.
Quello che preoccupa di più, dice Sabelli, che da almeno sei mesi è considerato vicino all'uscita, è l'anno prossimo. «Non è il dato di fine 2011 quello che mi preoccupa quanto quello che accadrà negli anni successivi», ha detto in un'intervista ad Affari & Finanza di Repubblica il 28 novembre.
Il momento è critico. Non è solo una questione di conti in rosso. La nuova Alitalia è una compagnia ridimensionata, serve il mercato italiano con meno voli di quanto facessero la malandata compagnia statale e il suo ex concorrente che ha assorbito, Air One. La Cai perde quote di mercato. Da gennaio a settembre i passeggeri di Alitalia sono aumentati del 6,6% a 18,8 milioni, un tasso di crescita inferiore a quello, il 7,65%, dei passeggeri in tutti gli scali italiani calcolato dall'Assaeroporti. Secondo la relazione semestrale, da gennaio a maggio la quota di mercato media di Alitalia sulle destinazioni nazionali è del 48,5%, inferiore al 50,4% dello stesso periodo del 2010, che già era in calo. Tre anni fa Sabelli aveva stimato di avere il 56% del mercato nazionale. Su tutte le destinazioni all'estero la quota di mercato media di Alitalia nei primi cinque mesi è del 12,6%, in ribasso dal 13,1% dello stesso periodo del 2010. Secondo dati di Airline Business, mostrati da Assaeroporti a un recente convegno, nel traffico tra l'Italia e i paesi dell'Unione europea il primo vettore è Ryanair con una quota di mercato del 24%, dieci punti più di Alitalia.
Per la Cai adesso si apre anche il fronte Antitrust. Alla scadenza della protezione triennale assicurata per decreto nel 2008 da Silvio Berlusconi al monopolio nei cieli nazionali, ieri l'Antitrust ha aperto un'istruttoria (si veda l'articolo a fianco) che riguarda soprattutto la posizione dominante a Linate, dove Sabelli detiene circa il 70% degli slot. Forse l'Antitrust non obbligherà Cai ad aprire alla concorrenza la Linate-Roma, perché c'è il treno veloce, ma probabilmente chiederà di aprire alla concorrenza e rilasciare slot per le rotte da Linate al Sud.
Secondo i piani iniziali della cordata italiana, dopo quattro anni le azioni sarebbero state vendute a Air France-Klm. Il vincolo a non vendere (lock up) scade il 12 gennaio 2013. Mancano 13 mesi e 10 giorni. Con un capitale assottigliato dalle perdite, la sfida per la Cai è attraversare le difficoltà del 2012 senza chiedere ai soci altri soldi. Con la caduta del governo Berlusconi per i "patrioti" la vita sarà più difficile, mentre Passera è entrato al governo, dove si occuperà anche di trasporto aereo. Neppure Air France-Klm se la passa bene, nel semestre aprile-settembre ha una perdita di 183 milioni e i debiti finanziari sono saliti a 6,5 miliardi. Fra 13 mesi, forse neppure Jean-Cyril Spinetta avrà voglia di staccare un assegno che ricompensi Colaninno e soci delle somme investite nella Cai. Chissà se, in alternativa, sarà la Cassa depositi e prestiti a dare ossigeno alla Cai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi