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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2011 alle ore 11:06.

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Il possibile aumento di tre punti dell'aliquota Irpef dello scaglione più elevato è la riproposizione di quanto era stato ipotizzato nella manovra di agosto, che poi si era risolta in un analogo prelievo, ma solo oltre i 300.000 euro di reddito e che, qualificato come contributo di solidarietà deducibile, esprime un impatto pressoché dimezzato. Nel frattempo erano stati confermati i tagli degli stipendi pubblici da 90.000 euro e delle pensioni al di sopra di tale importo. Contributi che ora verrebbero eliminati.

È fin troppo facile argomentare che il risanamento del deficit pubblico viene posto a carico dei soliti noti, ma occorre anche formulare alcune riflessioni di sistema, che hanno reso e stanno rendendo il nostro ordinamento tributario un autentico vestito di Arlecchino. In primo luogo tutti gli aggravi, comunque denominati, andrebbero coordinati, in una visione di insieme che deve tener conto di molti elementi, già vigenti come legge od oggetto di annuncio:
- il taglio delle deduzioni e delle detrazioni, che avrà effetto dal 1° gennaio del prossimo anno;
- la rivalutazione delle rendite catastali;
- la mano libera ai comuni per aumentare l'addizionale Irpef o per istituirla se in passato l'ente locale era riuscito a pareggiare il bilancio senza questo prelievo;
- l'aumento dei contributi Inps alla gestione separata, vero e proprio tributo in quanto l'incasso relativo non viene accantonato per le prestazioni future - come avviene nelle casse professionali o nel secondo pilastro previdenziale - ma è subito utilizzato per pagare le pensioni delle gestioni deficitarie;
- il ritorno del prelievo sulla prima casa e la possibile quota di concorso al reddito per questo provento figurativo.

Non è certo il momento di parlarne, poi, ma non può essere rinviato all'infinito il problema dell'indeducibilità dell'Irap sulla componente dei redditi di lavoro e sugli oneri finanziari, che determina di fatto un aumento delle aliquote Irpef o Ires per gli imprenditori e i professionisti che danno lavoro in Italia. E parlando di oneri finanziari, non si può ignorare che la deduzione degli interessi passivi nei limiti del 30% del Rol è stata mutuata dalla legislazione tedesca, trascurando che in tale Paese non colpisce le piccole e medie imprese, in quanto si applica solo a chi ha più di 3 milioni di euro di oneri finanziari.

Dal 1° gennaio 2012 avrà anche effetto l'aumento dal 12,50% al 20% della ritenuta sulle rendite finanziarie e sul capital gain, determinando così un'ampia correlazione con le maggiori aliquote Irpef e relative addizionali. Il socio non qualificato, al quale non è consentita l'opzione per la tassazione ordinaria, si troverà a pagare l'equivalente di un'aliquota Irpef del 40,23%, ottenuta dividendo la percentuale di tassazione secca per il 49,72%, che è la quota di concorso al reddito del socio qualificato. La riforma del 2004 aveva già incrementato questa tassazione eliminando il credito di imposta sui dividendi, che dava diritto a rimborsi a favore dei soci con redditi medio-bassi, se sceglievano il sistema dichiarativo.

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