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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2011 alle ore 08:12.

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ROMA.
Nuove conferme nell'inchiesta Enav dell'ipotesi di fondi neri per le tangenti. Mentre dal Sudamerica rimbalza una notizia, tutta da verificare, che ha dell'incredibile: una presunta, gigantesca mazzetta da 81 milioni di dollari nell'affare con cui Finmeccanica ha venduto al governo di Panama 19 radar, 6 elicotteri e altri equipaggiamenti. Per il quotidiano on line La Estrella i conti non tornano: finora si era parlato di un esborso di 333 milioni di dollari ma nelle ultime ore il governo panamense ha rettificato: «Sono 252 milioni. C'è stato un errore nel cambio». Di certo, da ieri, c'è che nell'inchiesta Enav restano in carcere Manlio Fiore, responsabile commerciale di Selex Sistemi Integrati (gruppo Finmeccanica), e il commercialista Marco Iannilli, agli arresti dal 19 novembre. Il Tribunale del Riesame di Roma ha respinto le istanze di revoca delle misure cautelari. I pm Paolo Ielo, Giovanni Bombardieri e Rodolfo Sabelli avevano dato parere contrario alla scarcerazione con nuovi elementi di accusa. Come la comunicazione del Procuratore di San Marino, Rita Vannucci, che, su indicazione del Ros, ha individuato oltre 20 milioni di euro movimentati dal 2007 al 2009 dall'imprenditore Tommaso Di Lernia e Iannilli, attraverso il conto Ibis aperto presso la finanziaria sanmarinese Finproject. I pm sospettano che si tratti di parte delle tangenti di cui ha parlato Di Lernia, che ha già detto di avere pagato alcuni dirigenti Enav (il generale Bruno Nieddu, il dg Antonio Serafini, Vecchio Domanti, Raffaello Rizzo, Fabio Milioni) su richiesta di Fiore, che avrebbe inteso così incrementare le commesse verso Selex SI. Ci sono poi i 200mila euro che Di Lernia afferma di avere consegnato al tesoriere Udc, Giuseppe Naro, che ha smentito. Negli ultimi due interrogatori, parlando dei fondi neri usati per le tangenti, Di Lernia ha sostenuto che a decidere era l'ad di Selex SI, Marina Grossi: «Quando incontravo Fiore e parlavamo degli appalti, lui si segnava tutto su un foglio, poi andava da Grossi e tornava con le indicazioni sui lavori che dovevano essere sovrafatturati. Alle riunioni partecipava anche Letizia Colucci» condirettore di Selex SI. Accuse pesanti, già avanzate in precedenza dall'ex consulente esterno di Finmeccanica, Lorenzo Cola. Tanto da indurre i pm, il 20 dicembre 2010, a metterlo a confronto con Grossi. L'ad, secondo Cola, «aveva consapevolezza e volontà di pagar tangenti derivanti da sovrafatturazioni. Esisteva una linea di comando che partiva da lei e continuava attraverso Fiore e Colucci. Davo indicazioni a Fiore e Colucci sulle società che dovevano riceve i lavori in subappalto, e la circostanza era nota a Grossi. Tali società mi riconoscevano un compenso in forma extracontabile. Grossi, Borgogni, Fiore e Colucci lo sapevano». Ma davanti al suo accusatore l'ad ha replicato in modo secco: «Non avevo la consapevolezza, né la volontà che fossero pagate tangenti. Non sapevo di imprese di riferimento di Cola, né di sovrafatturazioni, né del fatto che lui percepisse somme dai nostri subfornitori. Escludo l'esistenza di sovrafatturazioni». In un altro verbale Di Lernia dice che era solito intervenire in Enav, per conto di Selex SI, per bloccare l'affidamento di appalti ai concorrenti. Oltre al caso, già noto, dei lavori all'aeroporto di Trieste tolti alla Lockeed Martin, Di Lernia parla dell'installazione di prodotti della Thales nell'ambito del progetto Enav di Multilaterazione. «Intervenni per conto di Selex – dice Di Lernia – parlando con Pugliesi, Padella e Domanti, e il programma di Thales venne bloccato a favore di Selex». A Di Lernia viene poi sottoposta una lista di appalti Enav perché ne indichi la percentuale di sovrafatturazione. «Tra il 30 e il 40% per i lavori alla Torre di controllo dell'aeroporto di Palermo – risponde - e il 30% per il piano nazionale Ads-b e i nuovi sistemi di Multilaterazione». I lavori oggetto di indagine sono molti di più di quelli finora emersi. A quelli negli aeroporti di Palermo, Lamezia Terme, Milano-Linate, Venezia, Orio al Serio e Genova, in Qatar e per il monitoraggio delle frontiere libiche vanno aggiunti gli appalti negli scali di Padova, Torino-Caselle, Bologna, Roma Ciampino, Verona, Brindisi e il contratto Vts con la Turchia. Davanti al gip Anna Maria Fattori, Fiore ha ammesso sovrafatturazioni fino al 28% sugli appalti Enav, sostenendo che erano «perfettamente legali». Ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha ribadito di trovare «scandalosa» la liquidazione di 4 milioni di euro dell'ormai ex presidente Pier Francesco Guarguaglini. Ma quest'ultimo in un'intervista al Messaggero aveva detto: «Se si pensa che Alessandro Profumo (ex ad di Unicredit, ndr) ne ha presi 40, non mi sembra che si possano fare dei paragoni».
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L'INDAGINE
p Il Tribunale del Riesame di Roma ha confermato il carcere per Manlio Fiore, responsabile commerciale della Selex Sistemi Integrati (Finmeccanica), e il commercialista Marco Iannilli, due degli arrestati dell'inchiesta sugli appalti dell'Enav.
p A dare il via all'indagine sono state le dichiarazioni dell'ex consulente esterno di Finmeccanica, Lorenzo Cola. La svolta è tuttavia arrivata con le ammissioni dell'imprenditore Tommaso Di Lernia, che ha parlato di tangenti a manager Enav e a politici. Gli indagati sono venti, tra cui numerosi manager di Enav e Selex Si. L'elenco comprende l'ex presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, la moglie e ad di Selex SI, Marina Grossi, l'ex ad dell'Enav, Guido Pugliesi.

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