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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2011 alle ore 09:41.

Lindsey Vonn (Reuters)Lindsey Vonn (Reuters)

Ci sono molte stelle e strisce nella sempre più lunga trasferta americana dello sci alpino. Avrebbe dovuto chiudersi ieri con il gigante maschile a Beaver Creek e il superG femminile a Lake Louise, invece la Coppa del mondo continuerà da domani a giovedì negli Stati Uniti (uomini impegnati in gigante e slalom, donne in superG), perché le prove previste in Francia in Val d'Isère sono state cancellate per mancanza di neve.

La prima stella è Lindsey Vonn: con tre vittorie di fila nelle due discese libere e nel superG in Canada, ha sbaragliato la concorrenza ed è balzata al primo posto della classifica generale con 422 punti, inseguita a debita distanza dalla tedesca Viktoria Rebensburg a 286. La settimana precedente ad Aspen non era andata così bene, accontentandosi di un magro dodicesimo posto in gigante. Poi a Lake Louise una vera esplosione di velocità e curve pennellate, ricordando alle avversarie che la sfera di cristallo dovrà essere nuovamente sua.

La seconda stella è Bode Miller. Sull'insidiosa Birds of prey di Beaver Creek, è tornato a dominare una discesa libera a più di tre anni dal suo ultimo successo in questa specialità (Kvitfjell 2008). Sempre in Colorado vinse nel 2006. Ha sfoderato una prova davvero maiuscola, degna della miglior sciata acrobatica alla Bode Miller, il suo marchio di fabbrica nel bene e nel male. Il lato oscuro della sua effervescenza si è visto nel superG di sabato, dove è riuscito a rimanere in pista dopo una pericolosa scivolata sull'interno che lo stava proiettando fuori del tracciato. Alla fine ha chiuso diciottesimo.

La terza stella americana è Ted Ligety. Secondo nel gigante di Beaver Creek, battuto nella manche decisiva dall'austriaco Marcel Hirscher, resta ugualmente l'atleta più forte tra le porte larghe. In molti sono pronti a scommettere che la coppetta del gigante rimarrà nelle sue mani. Ci sono altre stelle senza le strisce ma altrettanto micidiali. C'è il norvegese Aksel Lund Svindal, tornato in versione Mazinga in testa alla classifica con 294 punti. Ha sfiorato la vittoria in superG, facendosi beffare dall'outsider elvetico Sandro Viletta. Ci sono appunto gli svizzeri. Didier Cuche che due settimane fa a Lake Louise ha centrato un primo e secondo posto, rispettivamente in discesa e superG (quest'ultimo vinto da Svindal). E Beat Feuz capace di agguantare tre podi tra Canada e Stati Uniti.

Qualcuno starà chiedendosi che fine hanno fatto gli italiani. Di stelle finora nemmeno l'ombra. Gli uomini jet sono ancora senza benzina. Peter Fill a sprazzi, Werner Heel perso nelle nebbie, Christof Innerhofer acciaccato dalla caduta con trauma cranico negli allenamenti delle scorse settimane sul ghiacciaio dello Stubai. Speriamo che la forma arrivi presto. In gigante meglio stendere un velo pietoso su Max Blardone e Manfred Moelgg nelle retrovie, mentre Davide Simoncelli è giunto tredicesimo. Qualche piccolo acuto è arrivato dalle ragazze, grazie ai piazzamenti nelle migliori dieci per Lucia Recchia, Elena Fanchini e Johanna Schnarf nelle varie prove di Lake Louise, su cui Lindsey Vonn ha messo il suo sigillo.

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