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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2011 alle ore 16:07.

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La Gran Bretagna spegne gli entusiasmi di Frau Merkel convinta che l'Europa troverà «le soluzioni giuste» per uscire dalla crisi. Il premier britannico David Cameron fa capire chiamente che non esiterà a usare il veto contro un trattato sfavorevole agli interessi inglesi. «Voglio esser sicuro che avremo un buon risultato per la Gran Bretagna. La Gran Bretagna ha molti interessi nella Ue e dobbiamo assicurare siano tenuti nel giusto conto», ha detto il premier.

Cameron: pronti a veto se trattato contro interessi Gb
Intervendo da Londra, prima della sua partenza per Bruxelles e sotto la pressione dell'ala euroscettica del suo stesso partito, il primo ministro avverte gli alleati del Vecchio Continente. «Farò del mio meglio per la Gran Bretagna sperando di arrivare a un buon accordo che soddisfi la Gran Bretagna». Ma, ha aggiunto Cameron, «se non riuscirò a ottenere quel che voglio, non avrò esitazioni a mettere il veto a un trattato a 27 perché a Bruxelles vado per difendere il mio Paese».

Il primo ministro: vertice è partita a scacchi con 26 avversari
Per Cameron il match che si giocherà nelle prossime ore a Bruxelles «è come «una partita a scacchi con 26 avversari, non uno solo». E proprio il primo ministro britannico dovrebbe incontrare il premier Mario Monti nel corso di uno dei due incontri bilaterali che compaiono nell'agenda del presidente del Consiglio italiano prima dell'inizio del vertice Ue sul futuro dell'euro. Monti vedrà infatti sia Cameron che il primo ministro polacco Donald Tusk, che rappresenta la presidenza di turno dei consigli ministeriali dei ventisette.

I dubbi di Gran Bretagna e Polonia. Il doppio bilaterale con Monti.
Sia Cameron che Tusk, pur avendo prospettive e interessi molto diversi, sono preoccupati per la discussione sulla modifica dei Trattati Ue che esige la Germania per dare rilievo "costituzionale" al nuovo giro di vite sulla disciplina di bilancio dei paesi dell'eurozona. Londra e Varsavia temono infatti che la modifica dei trattati possa avvenire a spese dell'integrità dell'Ue a ventisette e del mercato unico, in particolare nel caso in cui i membri dell'Eurozona decidessero di procedere a nuovi accordi a 17, al di fuori del quadro Ue, come nel caso della convenzione di Schengen sulla libera circolazione delle persone. Cameron, in più, vorrebbe chiedere, in contropartita per l'accettazione di una modifica dei trattati, ossia una "rinazionalizzazione" di alcune politiche comunitarie, in particolare nel settore finanziario e in quello sociale. (Ce. Do.)

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