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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2011 alle ore 20:15.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2011 alle ore 16:18.

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I saldi sono intoccabili, come pure la struttura della manovra. Parola di Mario Monti che, da Bruxelles, fissa i paletti dell'esecutivo per il pacchetto di misure anti-crisi varato nei giorni scorsi. «Gli emendamenti - avverte il presidente del Consiglio - non devono snaturare la nostra visione e la distribuzione dei carichi». Il premieri si dice consapevole del fatto che il decreto salva-Italia contiene provvedimenti «impopolari», ma ricorda che il Governo non ha il problema di presentarsi alle urne, ma solo quello di fare un buon lavoro. «Sappiamo che ci sono forze politiche a disagio» e qualcuno dice «nessuno di noi avrebbe portato avanti questa manovra: ma lo dicono come "era proprio necessario" farlo, ma nessuno avrebbe avuto modo di approvarle perché troppo impopolari».

Monti: sacrifici non sono perversione, serviva uno scatto
Ad ogni modo, aggiunge, «a noi importa rendere un buon servizio e non è un problema nostro quello di presentarci alle elezioni». Non ci sono dunque le urne a condizionare il cammino dell'esecutivo. E c'è un altro sassolino che il presidente del Consiglio vuole levarsi dalla scarpa: fugare l'idea che «i sacrifici» chiesti dalla manovra non fossero necessari. «Non sono una nostra perversione - avverte Monti - ma per il giudizio generale - serviva all'Italia uno scatto».

Il premier: ancora presto per dire quali emendamenti saranno accolti
Difficile, però, strappargli anticipazioni sui possibili correttivi al decreto. La linea ribadita a Bruxelles dal premier è la stessa illustrata oggi dal ministro Corrado Passera («su emendamenti il Governo non esprime pareri»). «Aspetto di vedere le proposte delle forze della maggiooranza e poi faremo le nostre valutazioni che non intendo in alcun modo anticipare», spiega il professore. Che qualche indicazione comunque finisce per fornirla pur non entrando nel merito dei correttivi. «È in queste ore che si sta lavorando da parte dei ministri competenti, in particolare, da parte del ministro Giarda, i partiti stanno discutendo, c'è una discussione nelle commissioni e non è ancora il momento per cui io possa dire cosa sarebbe o meno accolto».

La linea del professore: saldi e struttura sono intoccabili
Una cosa, però, il premier la dice, eccome. «Colgo però l'occasione per sottolineare che, mentre in certe manovre finanziarie del passato, l'unica cosa che non si poteva toccare era il saldo, qui la cosa è più ambiziosa, perché certamente non si può toccare il saldo, ma ci sono riforme strutturali e una visione nostra, del Governo, di distribuzione dei carichi». Quindi, ha spiegato Monti, se pensiamo a una rispondenza tra la proposta iniziale del Governo e la «soluzione finale», la manovra «va ista su in questi tre assi, non solo su asse equivalenza finanziaria».

Alla Camera una valanga di emendamenti
Intanto oggi sono state depositate le proposte di modifica dei partiti. Ma non inganni la consueta valanga di emendamenti alla manovra. Perché, chi frequenta da tempo le aule parlamentari, sostiene che le oltre 1.300 proposte di modifica, depositate nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, «rientrano nella normale fisiologia del Parlamento». Diverso, però, è il percorso da qui ai prossimi giorni. Visto che, dietro le quinte, continua il confronto tra l'esecutivo, i due relatori (Baretta del Pd e Leo del Pdl) e le forze politiche che sostengono il Governo. Tre i tasselli su cui si concentrano i possibili correttivi: il capitolo previdenza, con la revisione del blocco della deindicizzazione delle pensioni e la previsione di un regime transitorio, l'alleggerimento dell'Imu sulla prima casa e la stretta sulle Province. In sede di replica, poi, i relatori hanno elencato anche altri punti: la norma sulla tracciabilità con la riduzione dei costi delle commissioni e il lasciapassare per i lavoratori in mobilità per salvare quelli di aziende come Fiat e Alenia.

Dubbi su revisione scudo per reperire altre risorse
Quanto alle coperture, spiega al Sole 24Ore.com Gioacchino Alfano, capogruppo del Pdl in commissione Bilancio a Montecitorio, «si lavora su due fronti: l'aumento della tassazione sui capitali scudati e l'asta sulle frequenze tv». I due relatori, però, hanno espresso dei dubbi sull'utilizzo del prelievo sui capitali scudati come copertura per le modifiche. Se quindi sui correttivi da apportare alla manovra, c'è una sostanziale condivisione con una spartizione del lavoro (il Pd più concentrato sulla previdenza e il Pdl più sull'Imu), più difficile appare la quadratura del cerchio sul versante delle coperture, dove sono note le perplessità del partito del premier sull'aggravio del prelievo sui capitali rimpatriati. Le prossime ore, dunque, saranno cruciali e i contatti tra partiti ed esecutivo proseguiranno anche nel weekend. L'obiettivo è arrivare a un emendamento unico, a firma dei due relatori, tra domenica sera e lunedì mattina che recepisca la direzione del Governo e le modifiche sollecitate dai partiti. I quali, in attesa della stretta finale, non hanno fatto comunque mancare il loro contributo. Tra gli oltre 1300 emendamenti spiccano così i 600 della Lega, i 200 dell'Idv e i 500 ripartiti tra Pdl, Pd e Terzo polo. Ma, sulle modifiche che riusciranno a tagliare il traguardo, il lavoro è ancora tutto da scrivere.

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