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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2011 alle ore 14:46.

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Il pacco bomba a Equitalia a Roma è stato rivendicato dalla Fai (Federazione anarchica informale), la stessa organizzazione che ieri ha provato a eliminare il numero uno di Deutsche Bank, Josef Ackermann. Ora intelligence e forze dell'ordine temono, comunque, una rapida recrudescenza di questo tipo di eversione. I segnali sono molti. Il periodo natalizio è tradizione anche per i loro attacchi, come accadde l'anno scorso con gli attentati in una serie di ambasciate a Roma.

Gli addetti ai lavori non dimenticano che molti episodi di violenza esplosi durante la manifestazione a Roma del 15 ottobre con la devastazione in piazza San Giovanni sono riconducibili a quell'area. E alcuni giorni dopo, in un'audizione al Copasir (il comitato parlamentare sui servizi di informazione) il prefetto Antonio Manganelli, direttore del dipartimento di Pubblica sicurezza, parlò dell'area anarco-insurrezionalista come «la più minacciosa» tra tutte le frange dell'eversione. Con altrettanta probabilità, insomma, potremo vedere in questi giorni altri attentati di questo genere.

Il problema, però, è più generale. Perché il clima di ostilità si sta allargando a macchia d'olio. Il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, in Parlamento ha con molto buon senso parlato di rischi per la sicurezza legati alla crisi economica. I tagli alle pensioni della manovra di governo accendono i fuochi nelle aree di protesta dell'estrema sinistra. Il movimento No Tav, quello più violento, ieri in Val di Susa ha mostrato di nuovo i muscoli. Gli ingredienti per una lunga stagione di tensione, insomma, ci sono tutti.

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