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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2011 alle ore 11:43.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2011 alle ore 10:20.

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«Il decreto legge emanato dal governo, che integra le misure varate in luglio e agosto, è una misura necessaria e urgente per ristabilire il merito di credito del nostro Stato ed evitare conseguenze estremamente gravi e durature sull'economia reale». Sono le parole del Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, durante l'audizione davanti alla commissione Bilancio della Camera sulla manovra del governo Monti. Le manovre «dimostrano la determinazione dell'Italia a riequilibrare durevolmente i conti», rendono inoltre «possibile conseguire gli obiettivi annunciati: il pareggio nel 2013 resta il punto di riferimento della politica di bilancio».

Il Pil calerà di mezzo punto, pressione fiscale al 45%
Manovre necessarie, appunto, anche se le misure «hanno effetti restrittivi sul Pil, stimabili in mezzo punto percentuale nel prossimo biennio». Tuttavia, dice Visco, «l'impatto potrebbe essere in larga parte compensato se il calo dei rendimenti sui nostri titoli decennali osservato nei giorni immediatamente successivi all'emanazione del decreto si confermasse e si estendesse all'intero arco della curva per scadenza».
I nuovi interventi contenuti nella manovra «si concentrano per circa due terzi sulle entrate, portando la pressione fiscale intorno al 45%», ha aggiunto il governatore di Bankitalia.

La correzione complessiva nel 2013 è di 76 miliardi
Tenendo conto anche delle manovre adottate dal Governo Berlusconi la scorsa estate, «la correzione nel 2013 è di 76 miliardi». «Solo con una sistematica valutazione delle singole voci di spesa sarà possibile accrescere l'efficienza» della manovra, che riduce in termini nominali la spesa primaria. E grazie al contenimento della spesa, ha sottolineato il governatore di Bankitalia, sarà possibile ottenere una «significativa riduzione della pressione fiscale. Se si riesce a velocizzare su questo «potrebbe essere attenuato l'aumento delle aliquote Iva, in particolare di quella del 10%, dagli effetti distributivi più regressivi».

Necessario un quadro chiaro per gli interventi. Misure con effetti permanenti
«È cruciale definire un disegno complessivo, organico, chiaro e credibile nel quale si inseriscano gli interventi. Non possiamo avere interventi che si sovrappongono e poi devono essere messi insieme, se non c'è giá un
quadro predefinito», spiega il governatore. Questo quadro, secondo Visco, «dovrà comprendere sia le misure già definite sia quelle che saranno delineate a partire da oggi. Esso dovrà inquadrare sia gli interventi che possono essere varati in tempi brevi, sia quelli che necessitano di tempi più lunghi». Tale approccio organico alla definizione delle misure per la crescita, spiega il governatore, «potrà migliorare la fiducia sulle prospettive della nostra economia, con risultati positivi per gli investimenti e lo stesso onere del debito pubblico». Anche perché è a causa della mancata crescita e del «drastico peggioramento delle condizioni dello Stato» che è stato necessario rivedere «le pur rilevanti misure correttive adottate nel corso dell'estate», giudicate «insufficienti a rispettare l'impegno assunto a livello europeo e di conseguire il pareggio di bilancio nel 2013».
«L'entità della manovra disposta il 6 dicembre è volta a rassicurare i mercati, è superiore a quella che sarebbe stata necessaria in situazioni meno gravi. Le misure hanno effetti permanenti e in particolare con
riferimento alla previdenza, crescenti nel tempo. Il contributo delle misure una tantum all'aggiustamento - ha detto - è modesto».

Lotta all'evasione per alleggerire il carico fiscale
Un altro primario fronte di intervento è quello contro l'evasione fiscale: «Una riduzione dell'area di evasione facilita gli interventi a favore dei cittadini con redditi modesti. Essa può ridurre in prospettiva la concentrazione del carico fiscale, rafforzando gli incentivi al lavoro. In Italia il cuneo fiscale supera la media dei paesi europei di 5,5 punti percentuali». Sulle liberalizzazioni, inoltre, occorre «proseguire con determinazione attuando efficacemente le misure già previste», e il dl «stabilisce importanti principi in tema di libertà di iniziativa economica e dei limiti e delle modalità della regolazione pubblica.

Il capitolo pensioni: la riforma della previdenza rafforza da subito la sostenibilità finanziaria del sistema
«L'estensione del metodo contributivo a tutti i lavoratori riduce la disparità di trattamento e rende più stretta la relazione tra contributi versati e benefici pensionistici, riducendo le distorsioni all'offerta di lavoro», ha affermato Visco. La riforma previdenziale «rafforza da subito la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico» e permette di considerare «conclusa la lunga fase di adeguamento del nostro sistema alle mutate prospettive socio-demografiche e di sviluppo economico». Anche se i costi degli interventi «in termini di riduzione del potere d'acquisto e di frustrazione di aspettative individuali non possono essere sottaciuti».

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