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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2011 alle ore 16:50.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2011 alle ore 18:17.

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«Non è detto che sia finita e che lo sciopero» di oggi «sia l'unico. Bisogna ricominciare a costruire un cammino unitario con gli altri sindacati». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo ad "Agorà" su Rai Tre e parlando della manovra e della protesta che oggi ha unito Cgil insieme a Cisl e Uil. L'incontro di ieri sera dei sindacati a Palazzo Chigi «con Monti è stato sicuramente molto più deludente di quello che ci si aspettava. C'è un no ad affrontare il tema dell'indicizzazione delle pensioni, sulla casa e l'Ici», ha aggiunto Camusso, ribadendo che la manovra «è iniqua proprio rispetto a chi paga il conto», perché «pagano molto di più i redditi medio bassi e individuali. Pagano quelli che denunciano tutto e non chi ha di più».

Quanto alle pensioni, ha proseguito, «se ci dobbiamo basare sull'incontro di ieri non c'è nessun emendamento sull'aumento della fascia di deindicizzazione delle pensioni concordato con la politica». Rispetto al metodo, Camusso è invece tornata a sottolineare che «se non altro è stato introdotta la trasparenza, poi sul merito il dissenso rimane. Ma almeno ci sono incontri regolari».

Bersani incontrerà i sindacati martedì
La posizione del Pd sulla manovra è diversa. Tuttavia, Pier Luigi Bersani (che ha ribadito il sostegno del partito democratico al decreto salva-Italia) cerca il dialogo con i sindacati, che incontrerà domani, alle 14. Oggi Susanna Camusso aveva criticato il segretario del Pd affermando che «prima bisognava fare una discussione sulla manovra e poi dire come si sarebbe votato. Avrei preferito questo atteggiamento dal Pd, piuttosto che votare a scatola chiusa».

Camusso: per riforma pensioni serve ampio sostegno elettorale
«Non riunceremo mai all'idea che la manovra vada cambiata», ha detto poi Susanna Camusso al presidio Cgil, Cisl e Uil a Montecitorio. Nessun governo, evidenzia il numero uno della Cgil, «può passare senza il consenso» e «la presenza dei tecnici non implica la fine delle procedure democratiche». Per questo, prosegue, «non può essere il governo a dettare l'agenda del confronto con i sindacati».

Per fare una riforma strutturale delle pensioni, in particolare, serve «ampio mandato e consenso elettorale. Non siamo di fronte a una richiesta di rigore sui conti - osserva - ma di un cambiamento strutturale del sistema pensionistico, cosa che un governo tecnico non può permettersi». Al termine del presidio sindacale a piazza Montecitorio contro la manovra i leader di Cgil, Cisl e Uil si sono incontrati nell'hotel Colonna Palace. «Abbiamo parlato di come continuare la battaglia», ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine del vertice. «Non daremo tregua al Governo fino all'ultimo - ha aggiunto - e anche dopo. Abbiamo parlato di come organizzarci». Alla domanda se sono possibili nuove mobilitazioni dopo quella di oggi a stretto giro Bonanni ha risposto «potrebbero esserci».

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