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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2011 alle ore 06:37.

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ROMA.
«Una piccola squadra del Fondo monetario internazionale visiterà Roma la prossima settimana per incontrarsi con le nuove autorità, ricevere aggiornamenti sui recenti sviluppi di bilancio e discutere le modalità di future missioni». E' quanto confermano da Washington esperti dell'organismo diretto da Christine Lagarde. Gli uomini del Fondo monetario internazionale, in realtà, sbarcano per la seconda volta in Italia nel giro di due mesi.
Erano arrivati, infatti per qualche giorno all'inizio di novembre per avviare la consueta disamina annuale del Paese ex articolo IV dello statuto dell'istituzione nata a Bretton Woods, quella che ogni anno si conclude a primavera con la lettera che gli esperti lasciano al ministro dell'Economia, con i loro consigli. Adesso, invece, tornano nel nostro Paese, guidati dal numero due del dipartimento per l'Europa Aasim Husain e dal consigliere Antonio Spilimbergo con un'altro compito: si tratta infatti di una missione di "monitoraggio" sulla base di quanto era stato convenuto a Cannes a quel vertice di capi di stato nel quale l'ex premier Silvio Berlusconi aveva chiesto al Fondo di offrire all'Italia la sua competenza, affinché un soggetto terzo verificasse la veridicità dell'impegno italiano nell'azione di risanamento riduzione del debito e potenziamento della crescita. E la Lagarde, con riferimento alla richiesta di Berlusconi, aveva commentato: «Lo sottoporremo al test di realtà».
Dopodichè, molta acqua è passata sotto i ponti, sia nel nostro Paese che nel più ampio contesto di Eurolandia, ed è quindi probabile che anche le modalità di quell'intervento di monitoraggio programmato dal Fmi siano infatti cambiate. Anche se, certamente, quella che è ora al debutto è una pratica abbastanza inedita: si tratta infatti del monitoraggio della politica economica di un paese del G7 da parte dell'organismo internazionale, in una situazione in cui questa azione di sorveglianza non si svolge a fronte di un ricorso a un prestito, ma per verificare che il percorso adottato (rigore, equità e crescita) sia davvero efficace.
Del resto, lo stesso viceministro per l'Economia, Vittorio Grilli, già all'inizio di dicembre aveva chiarito che la vista degli Ispettori Fmi non sarebbe potuta tenersi prima del nuovo vertice europeo dell'8-9 dicembre, quello nel quale si è deciso il fiscal compact per l'euro. E anche quello nel quale è stata anche presa la decisione di aumentare di duecento miliardi la contribuzione allo stesso Fondo monetario internazionale per potenziare il suo ruolo nel sostegno al rilancio dell'Eurozona e ai progetti mirati alla crescita dei paesi di Eurolandia. Ma l'attesa del vertice europeo sul futuro dell'euro non è il solo motivo che ha in qualche modo ritardato la nuova missione degli esperti del Fondo monetario in Italia. Prima, come ha spiegato lo stesso Grilli, noi italiani «avevamo dei compitini da fare ».
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