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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2011 alle ore 14:02.

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La crisi morde le tasche dei greci. Anche sotto Natale. Così aumenta ogni giorno in Grecia il numero di chi, alle strette, decide di restituire agli uffici dell'agenzia delle entrare le targhe delle automobili perché non riesce più a pagare la tassa di circolazione del veicolo.

Secondo dati del ministero delle Finanze, alla fine del 2011 il numero di coloro che avranno restituito le targhe delle loro auto sarà di circa il 200% superiore a quello degli automobilisti che hanno rinunciato lo scorso anno. Una vera e propria débacle determinata anche dell'aumento della benzina e delle altre tasse sulla casa e dalla contestuale riduzione degli stipendi con la sparizione della 14° e a volte 13° mensilità.

LICENZIAMENTI STATALI - Atene inoltre è in cura dimagrante anche sul settore pubblico. Il licenziamento di altri 150mila dipendenti statali entro il 2015 per ridurre drasticamente la spesa pubblica: è questo quanto la troika - Fondo monetario internazionale, Unione europea e Banca Centrale Europea - chiede al governo di Atene, come riferiscono i giornali greci, precisando che questa è solo una delle misure che i rappresentanti dei creditori internazionali hanno chiesto il 13 dicembre durante il loro incontro con il ministro della Riforma Amministrativa, Dimitris Reppas.

Il ministro, sempre secondo i giornali, ha spiegato ai rappresentanti della troika - Matthias Mors, Mark Flamagan e Bob Traa - che la misura della sospensione temporanea dal lavoro del personale in eccedenza non ha dato i risultati desiderati, perchè è stata applicata in fretta e senza la corretta valutazione del settore pubblico.

In più, secondo un comunicato del ministero, Reppas li ha informati su una serie di riforme realizzate in Grecia dal 29 agosto, giorno dell'ultima visita della troika.

STAMPA IN SCIOPERO
- Prosegue in Grecia l'agitazione dei dipendenti di tutti i mezzi d'informazione pubblici. A partire dalle 06.00 di mercoledì fino alla stessa ora di venerdi 16 dicembre, i dipendenti della Televisione, dell'Agenzia di stampa Ape-Mpe, delle stazioni radio delle autonomie locali e del canale tv del Parlamento, incrociano le braccia contro la politica governativa nel settore. Il Paese è isolato, non ci sono notizie. Una situazione di altri tempi.

Per giovedì 15 dicembre, giorno del dibattito in Parlamento sull'emendamento che riguarda i mezzi d'informazione, è in programma una manifestazione in Piazza Syntagma, davanti al Parlamento.

LO SWAP
- Infine resta sempre da definire l'accordo sull'haircut con i privati per i 200 miliardi di debito ellenico e una perdita a carico delle banche di 100 miliardi di euro così da far arrivare gli altri soldi pari a 130 miliardi del secondo piano deciso il 26 ottobre a Bruxelles che così si aggiungeranno a quello del maggio 2010 da 110 miliardi di euro. Tutti oggi dicono dopo il vertice dell'Immacolata a Bruxelles (cancelliere tedesco Merkel compresa) che questa sarà la prima e l'ultima volta che i privati saranno chiamati a partecipare "volontariamente" alle perdite di default controllato. Per quanto riguarda i piccoli risparmiatori privati anche per loro bisognerà aspettare gennaio per avere notizie certe in quanto il loro destino dipedenderà da quello che verrà deciso dai grandi istituti e solo allora si saprà se anche per loro ci sarà o meno una perdita.

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