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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2011 alle ore 18:13.

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Nel 2010 la concessione di visti per ragioni d'affari e di turismo rilasciata dalla rete diplomatico-consolare italiana all'estero ha fatto registrare un aumento del 9%, rispetto all'anno precedente, raggiungendo il massimo storico di oltre 1 milione e 200 mila unità. Rispetto all'anno precedente si sono registrati aumenti superiori al 30% nel numero di visti concessi a favore di cittadini della Federazione Russa, della Repubblica Popolare Cinese e della Turchia, mentre sono aumentati del 10% i visti concessi a favore di cittadini indiani.

In particolare Mosca, Shanghai, Pechino e Mumbai si confermano in testa alla classifica per numero di visti rilasciati. Sono i dati forniti al Sole 24 Ore Radiocor dal nuovo ministro italiano per gli Affari esteri, Giulio Terzi di S. Agata. Questi dati, aggiunge il ministro, sono la testimonianza della consapevolezza del ministero della "fondamentale importanza rivestita da questa attività essenziale per la circolazione di imprenditori e uomini d'affari che, grazie al loro lavoro quotidiano, contribuiscono a costruire la trama di relazioni economiche e commerciali tra il nostro sistema produttivo e i mercati esteri".

L'attività di rilascio dei visti per affari però, secondo il ministro, deve anche essere bilanciata in ogni momento con l'obiettivo di combattere i fenomeni di immigrazione clandestina nel nostro Paese. Terzi di S.Agata sarà protagonista di un incontro che si terrà domani a Bergamo, presso la Camera di Commercio, con gli imprenditori locali in cui sarà presentata l'attività della Farnesina a favore dell'internazionalizzazione del Sistema Italia "Le priorità della diplomazia economica italiana", spiega Terzi di S. Agata, "sono evidentemente legate ad un obiettivo chiaro e, aggiungo, per noi fondamentale: rafforzare la presenza delle imprese italiane nei mercati esteri, con particolare attenzione verso i Paesi emergenti. Nelle nostre strategie questo equivale a mettere in campo azioni, attività e strumenti per rafforzare la capacità di proiezione estera del sistema produttivo italiano nel suo insieme, grazie al coordinamento degli interventi ed alla stretta collaborazione con gli attori del settore privato".

Secondo il ministro, dal punto di vista geografico, l'Italia deve preservare e consolidare le proprie posizioni all'interno dei mercati maturi e muovere ogni passo possibile nella direzione del rafforzamento nei Paesi emergenti: in Asia, America Latina ed Africa. Aggiunge: "Sono per noi Regioni di grande interesse, nelle quali si gioca la vera partita del futuro. Vi sono significativi spazi di crescita per le relazioni economiche e commerciali e, consapevoli di ciò, stiamo lavorando alacremente per una decisa ed incisiva azione di promozione del Sistema Italia. Vorrei però aggiungere un ulteriore elemento. L'attenzione rimane per noi molto alta anche sul fronte interno, dove abbiamo già in cantiere attività volte ad incidere su quei fattori che determinano una, ahimé, debole capacità del nostro Paese di attrarre capitali dall'estero". In questo contesto é in fase di realizzazione, in collaborazione con la Camera di Commercio degli Stati Uniti, una survey che ha come destinatarie le imprese americane presenti in Italia, finalizzata a catturare il loro punto di vista sulle problematiche che gli operatori stranieri incontrano nella loro attività quotidiana sul territorio italiano, facendo allo stesso tempo sentire loro la vicinanza delle istituzioni.

Terzi di S. Agata si è soffermato anche sull'obiettivo, più volte espresso dalla diplomazia economica italiana, di muoversi a livello di sistema. "Fare sistema", spiega il ministro, "vuol dire fare un gioco di squadra: quanto più forte sarà la coesione tra tutti i giocatori, tanto più alta sarà la probabilità di successo. Oltre alla coesione serve però anche un buon coordinamento e in questo senso il ministero gioca sicuramente un ruolo determinante per la sua capacità di operare in sinergia con tutti gli attori del Sistema Paese, a partire dall'azione propulsiva condotta all'interno della cabina di regia, di concerto con il ministero dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture; grazie al costante lavoro di raccordo con la rete di Ambasciate e Consolati italiani nel mondo; tramite il coordinamento delle attività di internazionalizzazione realizzate dalle autonomie territoriali; attraverso il costante dialogo e la fattiva collaborazione con gli interlocutori più qualificati del settore privato. Siamo anche consapevoli, che il rafforzamento della presenza italiana all'interno delle istituzioni finanziarie internazionali, che molto spesso riescono a costituire delle importanti fonti di finanziamento per progetti infrastrutturali di vasta portata, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, costituisce un aspetto su cui lavorare per favorire la penetrazione delle nostre imprese in questi contesti".

Secondo il ministro, non bisogna poi dimenticare che il nostro Paese é portatore di un'immensa cultura in termini di patrimonio artistico e culturale, un asset di importanza strategica che può contribuire in modo decisivo a costruire il soft power dell'Italia all'estero. "Per questo", aggiunge, "sono convinto della necessità di affiancare alla diplomazia economica anche quella culturale e della necessità di ragionare sempre più in un'ottica di "economia della cultura", che faccia di essa un volano di nuove opportunità per il sistema delle imprese". Conclude: "Per rispondere concretamente a quest'esigenza, la recente riforma della Farnesina ha dato vita ad una nuova Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese che ci consente di inquadrare in un unico ambito strategico gli aspetti di promozione economica, culturale e scientifica".

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