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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2011 alle ore 11:00.

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«Speriamo che la trasparenza dei dati possa spegnere ogni polemica sull'Ici perché non ha fondamento». Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco a margine dell'incontro "Lo sviluppo umano ha bisogno di cattolici", organizzato da Retinopera, che raccoglie associazioni di ispirazione cattolica, in corso a Roma. Bagnasco si è detto disponibile «a chiarire, a fare alcune precisazioni laddove nella formulazione di qualche punto della legge» che stabilisce esenzioni Ici per gli enti no profit, «queste precisazioni si rivelino necessarie».

«Le polemiche vanno avanti dall'estate scorsa - ha detto Bagnasco - ma i dati forniti quasi ogni giorno da Avvenire mettono in evidenza la realtà delle cose. Speriamo che la trasparenza dei dati possa spegnere ogni polemica perché non ha fondamento». Il riferimento è al quotidiano della Cei, che sul tema da giorni sta pubblicando storie e articoli per dimostrare che il mancato pagamento delle tasse da parte degli immobili eccelsiastici è un falso. Oggi, per esempio, si racconta la storia della parrocchia di Santa Maria in Mama a San Giovanni Valdarno che, si legge, paga per gli ambienti adibiti ad ostello 3200 euro l'anno al comune di San Giovanni Valdarno.

Sull' 8 per mille i vescovi non fanno "la cresta"
E anche sull'8 per mille, sottolinea il presidente della Cei, «certamente non esiste una "cresta" dei vescovi, perché tutto ciò che dell'8 per mille non è destinato al sostentamento del clero va alla carità in Italia e all'estero, a opere di solidarietà che la Chiesa fa da sempre, a opere pastorali, agli oratori, alla manutenzione delle chiese e tutto ciò è trasparente e rendicontato sul nostro sito Internet». «I nostri stipendi - ha aggiunto Bagnasco - sono nell'ordine di 1.300 euro. Anche se qualcuno di molto autorevole dice che sono troppo modesti per noi sono più che sufficienti e ringraziamo il Signore».
Le parole del cardinale riprendono quelle dell'intervista pubblicata dal Corriere della Sera, in cui Bagnasco ha ribadito che «La Chiesa paga l'Ici» e chi mette in dubbio questo lo fa «per ignoranza o malafede». Il punto, ha detto Bagnasco, è che l'esenzione riguarda attività di valore sociale, che fra l'altro interessa anche altre religioni e associazioni no profit.

La questione Imu e Chiesa in Parlamento non è chiusa, solo rimandata
In Parlamento, però, la questione non è definitivamente chiusa. Nonostante ieri il governo abbia bloccato due ordini del giorno presentati da Idv e Lega che chiedevano di far pagare l'Imu anche gli immobili di proprietà della Chiesa, un altro odg, bipartisan Pd-Pdl, che chiede di «definire» la questione degli edifici utilizzati parzialmente per fini commerciali, tenendo conto «del valore sociale delle attività» che alla Chiesa fanno capo. In altre parole, nessun intervento immediato, ma l'impegno a provvedimenti più ragionati, anche se dilazionati nel tempo.

Martedì 20 Bagnasco celebrerà la messa di Natale per deputati e senatori
Intanto, senatori e deputati si raccoglieranno per la messa di Natale il prossimo 20 dicembre, alle 20, nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma, messa che sarà officiata dallo stesso Bagnasco. Che oggi, sempre al convegno di Retinopera, ha detto di auspicare che, grazie all'impegno dei cattolici impegnati nel sociale e nella formazione alla politica, «cresca e maturi un soggetto interiormente coeso e diffuso». Perché «è insufficiente e riduttivo pensare che l'impegno sociale dei cattolici possa limitarsi a una semplice trasformazione delle strutture, perché se alla base non vi è una cultura in grado di accogliere, giustificare e progettare le istanze che derivano dalla fede e dalla morale, le trasformazioni poggeranno sempre su fragili fondamenta». E ciò, ovviamente, «senza pretendere di imporre a nessuno la propria fede», come Bagnasco ricorda di aver ben chiarito due mesi fa nell'incontro di Todi.

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