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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2011 alle ore 15:17.

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È morto oggi, all'età di 75 anni, l'ex presidente Ceco Vaclav Havel. Lo riferisce la televisione pubblica. Lo scrittore e politico ceco è stato l'ultimo capo dello Stato della Cecoslovacchia e il primo presidente della Repubblica Ceca. Artefice della "Rivoluzione di Velluto" anticomunista del 1989, Havel era da tempo malato. Si è spento nel suo letto, ha riferito la sua portavoce Sabina Tancevova. Havel, che soffriva da tempo di problemi all'apparato respiratorio dovuti agli anni passati nelle carceri comuniste, è comparso per l'ultima volta in pubblico una settimana fa in occasione della visita del Dalai Lama a Praga.

Una vita non convenzionale
Artista non conformista e grande appassionato di musica rock dei Rolling Stones e di Frank Zappa, questo intellettuale, dalla figura esile, ha incarnato la "Rivoluzione di Velluto" del 1989 che ha messo fine, senza spargimento di sangue, al regime totalitario di Praga.
Primo presidente della Cecoslovacchia post-comunista (1989-1992) poi primo capo dello Stato della Repubblica Ceca, è stato l'artefice della democratizzazione del suo Paese e dell'adesione alla Nato (1999) e ha gettato le basi per l'ingresso nell'Unione europea, conclusa nel 2004.
Dopo la fine del suo mandato, nel febbraio 2003, malgrado la sua fragile salute, il drammaturgo e ex dissidente anticomunista della Charta 77 si è dedicato alla lotta per i diritti dell'Uomo a Cuba, in Bielorussia, in Birmania e in Russia. Riprende a scrivere pubblicando nel 2006 le sue memorie politiche e una commedia per il teatro "Partire", nel 2008, titolo anche del suo primo film, presentato in anteprima il 14 marzo scorso a Praga.

Gli inizi nel teatro dell'assurdo, poi il carcere
Nato il 5 ottobre del 1936 a Praga da una famiglia benestante, proprietaria di studi cinematografici e di numerosi immobili nella capitale, Vaclav Havel è costretto a lasciare gli studi per la lotta antiborghese del regime comunista che aveva preso il potere in Cecoslovacchia. Allora comincia a lavorare nei teatri come macchinista, poi come autore del teatro dell'assurdo.
Rifiuta l'esilio dopo l'occupazione sovietica nel 1968 ed entra nella dissidenza per redigere il manifesto della Charta 77, un appello per i diritti umani e per la democrazia con cui sfida la supremazia sovietica. Per il suo impegno sociale viene rinchiuso in carcere per quattro anni durante i quali scrive le celebri "Lettere a Olga", sua prima moglie.

La "Rivoluzione di Velluto"
E' stato uno dei leader della cosiddetta "Rivoluzione di Velluto" del 1989, durante la quale viene arrestato nuovamente, il 28 ottobre. Il 29 dicembre dello stesso anno, nella sua qualità di capo del Forum Civico, viene eletto presidente dall'Assemblea Federale.
Dopo la morte di Olga, nel 1996, si risposa con Dagmar Veskrnova, un'attrice di 20 anni più giovane.
Una polmonite curata male in prigione e un cancro al polmone sono all'origine dei numerosi problemi di salute di cui soffriva l'ex presidente Ceco. Nel dicembre del 1996, Havel è stato operato di un cancro al polmone destro. Oltre ad avere una bronchite cronica, il drammaturgo ceco ha sofferto anche di problemi cardiaci e intestinali. Negli ultimi mesi, Havel ha trascorso il suo tempo nella casa di campagna a circa 150 chilometri da Praga, dopo un ricovero nel marzo 2011 per una grave polmonite.

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