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Questo articolo è stato pubblicato il  18 dicembre 2011 alle ore 08:12.
 
ROMA
 
Si taglia sul cinema, tragitti in auto ridotti al necessario e cena a casa. Persino lo scaffale delle medicine non straborda più come una volta. La vita di sacrifici che tocca gli italiani sta tutta qui, nel ritratto amaro che ne fa il Centro studi di Confindustria in un approfondimento del rapporto di dicembre sugli scenari economici. E se i consumi si abbassano, l'ultima chance per non abbandonarsi alla rinuncia resta dunque il discount.
 
La capacità di risparmio delle famiglie, nel secondo trimestre di quest'anno, ha raggiunto il minimo storico all'11,9% del reddito disponibile lordo. Stringere la cintola non basta purtroppo a difendere il regime di sempre e allora si tenta l'ultima carta: cambiare abitudini. Strategie che - secondo gli economisti di via dell'Astronomia - mostrano comunque «segnali di austerità e allineamento all'impoverimento del reddito».
 
I dati sulla spesa descrivono «un crescente ricorso alla grande distribuzione», alla ricerca dei prezzi più bassi. Secondo i dati dei primi nove mesi dell'anno, «si sta delineando un ulteriore calo delle vendite al dettaglio di beni, -0,8%». L'urto peggiore è per i piccoli esercizi (-1,1%), ma per la prima volta anche nelle grandi catene si fa vedere il segno meno (-0,4%). Qui volano i prodotti «private label», quelli etichettati col marchietto "di casa": dal 33,8% del 2007 al 41,1% nella prima metà del 2011. Ma l'elenco di sacrifici è più lungo. Tanto per dare un'idea, si fanno meno chilometri in macchina (dal 2007 i consumi di carburanti sono diminuiti del 21%) e il numero delle notti passate in albergo nel 2011, rispetto all'anno precedente lo scoppio della crisi, è calato del 4,7 per cento. Non è certo (più) una dolce vita© RIPRODUZIONE RISERVATA


 
				











 
					