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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2011 alle ore 15:36.

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Riappare Tremonti: «Probabile una nuova manovra. Con il piano salva-Italia interrotta la lotta all'evasione»Riappare Tremonti: «Probabile una nuova manovra. Con il piano salva-Italia interrotta la lotta all'evasione»

«È molto probabile che ci sia un'altra manovra. Io penso che non sia giusto farla». Così, ospite di Lucia Annunziata su Rai 3, l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che non ha lesinato una frecciata al Governo Monti quando ha sottolineato che un giudizio sull'Esecutivo, in questa fase in Europa, lo danno l'Europa o i mercati: «E non mi risulta che tutti questi effetti sui mercati ci siano stati» ha detto. Tremonti è apparso con un maglioncino "stile Marchionne" per la sua prima intervista dopo l'insediamento del Governo Monti: «Lavoro in proprio, è casuale» ha replicato il deputato Pdl all'intervistatrice che glielo faceva notare.

Entrando su tempi più specifici, Tremonti ha mosso critiche esplicite al nuovo Esecutivo: «Con la manovra economica del Governo Monti la lotta all'evasione fiscale è stata interrotta. E' stata abrogata una norma - ha spiegato - che ha tolto ai Comuni il potere di controllare l'evasione. Avere abrogato quella norma secondo me non è la via giusta. Perché se si guarda agli 8mila Comuni e ai 4 milioni di partite Iva ci si rende conto che in molti posti il contributo di conoscenza deve venire anche dai comuni e non solo dagli uffici amministrativi». La manovra andava fatta, «l'avremmo fatta anche noi - ha aggiunto - era scritto nei documenti, magari con strumenti diversi e probabilmente non così sbilanciata dal lato delle tasse. Questo è oggettivo». «Se lei è pensionato – ha fatto l'esempio l'ex ministro - fa bingo perché si ritrova la bolletta, il pieno di benzina, il riscaldamento, la casa, le addizionali, l'Iva. Tutto questo è eccessivo. Il rigore poteva essere fatto soprattutto riducendo la spesa pubblica». Quanto infine alla patrimoniale, «Monti ha detto che ci vogliono due anni per farla ma nel frattempo ci sarà stata una fuga di capitali».

L'ex ministro ha poi difeso l'operato del proprio Esecutivo: «Noi ci eravamo impegnati in Europa per il pareggio di bilancio e Costituzione e questo si farà, così come centreremo l'obiettivo previsto di finanza pubblica». «La crescita non è colpa o merito di un solo governo – ha detto ancora Tremonti nell'intervista - stiamo entrando in recessione, e nessuno può dire che è colpa di questo governo, stiamo entrando in recessione». Per Tremonti, il Governo Berlusconi «ha fatto molto bene nei primi tre anni, sapevamo che c'era la crisi e per questo abbiamo tenuto i conti in ordine. Dopo le amministrative si è manifestata una classe politica che è l'ideale per un Paese che non ha debito pubblico».

Un accenno anche ai suoi rapporti con Berlusconi: «In termini personali e umani sono e sono sempre stati buoni. All'ultimo vertice a Cannes il rapporto non solo personale ma sulla serietà degli impegni si era ristabilito». Mentre non sono mancate critiche anche al proprio schieramento. «Mi fa effetto vedere alcuni del Pdl che prima dicevano "no" a certe cose essendo al Governo, e adesso dicono "si" alle stesse cose non essendo al governo. Forse se avessero seguito prima una linea diversa, le cose sarebbero andate diversamente. Adesso evidentemente fanno penitenza».

La prima uscita pubblica di Tremonti dall'uscita di scena ha immediatamente suscitato numerose reazioni politiche. «Da parte di Tremonti era più dignitoso il silenzio degli ultimi giorni che le parole di oggi. È davvero incredibile che chi ci ha portati fin qui si rimetta a favoleggiare come se nulla fosse» ha tuonato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «Ci vuole davvero un coraggio da leone per parlare come ha fatto Tremonti, il ministro dell'Economia che ha appena lasciato a Monti il record di pressione fiscale, di bassa crescita e di spesa pubblica corrente» ha incalzato Antonio Misiani, membro della commissione Bilancio della Camera e tesoriere del Pd. Molto critico anche il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando: «L'ex ministro Tremonti, come la Lega, cerca maldestramente di far dimenticare le sue responsabilitá e quelle dell'intero governo Berlusconi che hanno trascinato il Paese nel baratro».

Dure le reazioni anche dal centro-destra. A cominciare da Raffaele Lauro (Pdl): «Nessun uomo di governo dell'economia, nella storia d'Italia, ha avuto in mano una concentrazione di potere decisionale e per un tempo tanto lungo, come Giulio Tremonti. Neppure grandi riformatori, come Luigi Einaudi ed Ezio Vanoni. Dopo aver commissariato il governo di centro-destra – ha sottolineato il membro Pdl della commissione Affari costituzionali - con il sostegno della Lega, dopo aver condizionato Berlusconi, insolentito ministri e operato scelte traumatiche per il sistema economico nazionale, senza pensare mai alla ripresa, un Tremonti resuscitato, pontifica, ora, sul futuro. Avrebbe fatto meglio a tacere. Di lui non si ricorda alcuna riforma strutturale, tranne quella di aver devastato socialmente il nostro Paese con il trionfo del gioco d'azzardo». Un po' più diplomatico Sandro Bondi: «Sulla base della mia esperienza di governo e delle responsabilità politiche che ho ricoperto all'interno del Pdl, ho il dovere di dire che le dichiarazioni dell'onorevole Tremonti non rendono conto in maniera onesta e corretta del confronto che vi è stato sui provvedimenti economici nel corso di tutta la durata del governo Berlusconi». Decisamente caustico Giancarlo Galan: «Sono veramente felice di verificare che, come sempre, non è con noi. La coerenza è una grande virtù, anche nella menzogna.»

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