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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2011 alle ore 18:14.

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Una trentina di camerieri del Senato si sono barricati nel ristorante di Palazzo Madama dopo essere stati informati di alcuni licenziamenti in arrivo. L'occupazione, collegata a un'assemblea sindacale, è scattata dopo la notizia dell'invio di nove lettere di licenziamento per sei camerieri, due cuochi e un tabaccaio. «Ci siamo barricati nel ristorante - ha spiegato un cameriere - stanno arrivando le lettere di licenziamento e non ci muoveremo finchè non arriverà una risposta».

Ridimensionamento legato alla riduzione dei coperti
La Gemeaz Cusin, che gestisce il ristorante del Senato e la buvette, a quanto si apprende dai lavoratori, ha deciso di rescindere il contratto con il Senato e, in attesa, di definirne lo scioglimento consensuale, ha inviato le prime 9 lettere di licenziamento. Una trentina di lavoratori della Gemeaz in Senato hanno occupato nel pomeriggio i locali del ristorante per svolgere un'assemblea sindacale. A questa situazione si é arrivati dopo le polemiche degli ultimi mesi sui prezzi "simbolici" del menù del Senato. Sull'onda del malumore dell'opinione pubblica, sollevato da numerosi articoli giornalistici, l'amministrazione del Senato ha tagliato i contributi, che precedentemente compensavano il minor costo fatto pagare ai senatori clienti e ai giornalisti parlamentari, facendo lievitare di colpo i prezzi dei piatti. Ad esempio, il prezzo di un filetto di manzo é triplicato arrivando a circa 25 euro. L'impennata improvvisa dei prezzi aveva provocato il crollo del numero dei clienti, dai senatori ai giornalisti parlamentari. Secondo quanto riferisce un cameriere la Gemeaz Cusin intende rescindere il contratto e licenziare i lavoratori, ma senza incorrere in penali. Secondo i lavoratori il primo effetto di questa operazione è stata la richiesta di cassa integrazione per 20 dipendenti sui 68 totali, richiesta che i lavoratori hanno rifiutato. «Abbiamo detto no alla cassa integrazione - ha spiegato un cameriere - e ora è scattata la procedura di messa in
mobilità. A noi rimane il cerino in mano».

I camerieri chiedono che sia trovata una soluzione
Sono stati avvertiti i questori e il presidente del Senato, Renato Schifani, ed è stato chiamato il direttore commerciale della Gemeaz Cusin - la società che ha vinto l'appalto per la gestione del ristorante del Senato - dal quale si attende una risposta. «Non ci muoviamo di qua finchè non avremo una risposta - ha affermato uno degli addetti al ristorante che si è improvvisato portavoce della protesta- Chiediamo che venga trovata una soluzione». In serata i camerieri hanno terminato l'assemblea sindacale e hanno deciso di aprire regolarmente il ristorante alle 19,30.

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