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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 alle ore 06:39.

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Una vera blacklist, con il titolo "liste delinquenti italiani", a portata di clic per i neonazisti italiani. Non è un scherzo e nemmeno un segreto. Tutto alla luce del sole, aggiornato ripetutamente, senza paura né pudore. La lista delle persone da odiare e combattere viene redatta da Stormfront, il forum ispirato alla sciagurata ideologia della superiorità della razza bianca. Una sorta di Ku Klux Klan all'italiana insomma.

Dopo la strage di senegalesi a Firenze, dunque, un nuovo ribollire di quel pentolone dell'odio che è sul fuoco da tempo. Dove il web è il miglior covo. Siti internet, forum e bloggers: un mondo dove avanza l'estremismo, dove commenti raccapriccianti trasudano di odio verso il diverso. Una xenofobia che rischia di passare per normalità, se non la si denuncia e combatte con fermezza.

Dopo neanche 6 mesi da Oslo, l'Italia ha avuto il suo Brievik: Gianluca Casseri. E proprio il killer-ragioniere di Firenze era onorato da Stormfront per la strage di senegalesi: «È uno dei nostri» si leggeva nei commenti del Forum xenofobo.

Ora dalla blacklist viene fuori di tutto: attacchi a ebrei italiani del mondo della cultura, della politica, dell'informazione e della televisione, ma ci sono anche magistrati, religiosi, avvocati, attivisti dei diritti umani e di immigrazione.

È "Costantino", veterano del forum, a lanciare l'iniziativa della lista di personaggi colpevoli di occuparsi di immigrati: «Siamo stati accusati di razzismo verso gli immigrati, sostenendo che li odiamo senza motivo, che anche gli italiani compiono atti di delinquenza - scrive Costantino, iscritto al forum dal 2006 -. Io vorrei dimostrare che non odio gli stranieri, ma che anzi odio molto di più certi italiani. È per questo che apro questa discussione in cui vorrei raccogliere il nome di italiani che compiono atti criminali, che aiutano gli allogeni e ne traggono un tornaconto economico». E giù con la lista: don Ezio Segat, sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto («ha preso i soldi raccolti dal veneto skin e li ha dati ai Boveri fratelli immigrati», ironizza Costantino). Oltre a «tutto il governo Monti al completo», il sindaco di Padova, Flavio Zanonanto («tra i delinquenti più pericolosi»), la vicepresidente della giunta toscana, Stella Targetti («bastarda immigrazionista sei nella lista») l'assessore all'integrazione di Torino, Ilda Curti. Eppoi i politici, e per fare solo qualche nome l'esponente di Sel a Milano Luca Gibillini. Ci sono nomi notissimi, come i giornalisti Gad Lerner e Maurizio Costanzo. C'è l'ad di Unicredit Ghizzoni. E i magistrati: la pm di Torino Laura Longo, che contestò l'odio etnico per gli scontri nel capoluogo piemontese.

Il forum monitora tutto ciò che gira nel web su questi temi a lui cari che hanno sullo sfondo la parola "integrazione". Insulti e minacce nei commenti su giornalisti e bloggers.

Un vero e pericoloso fomentatore di odio. Da qui la decisione del gruppo internazionale Everyone, dato che Stormfront si appoggia a un server americano, di inviare un messaggio al console Usa a Firenze e all'Ambasciatore Usa a Roma in cui si chiede di «agire affinché il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America si impegni per l'immediata chiusura del portale neonazista Stormfront e per l'individuazione di tutti gli utenti passibili di denuncia per reati contro la persona e contro la comunità».

«È un brodo di coltura che non si riesce a isolare», ha detto il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. «Le forze dell'ordine hanno un'attenzione molto alta, ma sono fenomeni che vanno monitorati costantemente». Per il ministro bisogna tenere alta la guardia perché «la storia ci insegna che queste manifestazioni appartengono all'uomo, ma non devono tornare mai più».

Intanto i neonazisti di Stomfront potrebbero avere le ore contate. Non basta il server americano a nasconderli, già qualche mese fa è stato rintracciato e arrestato il referente italiano del Ku klux klan. La polizia postale si è attivata con i referenti degli Usa per far oscurare il sito o almeno le pagine incriminate e ben conosce le attività degli utenti italiani che scrivono su Stormfront. La procura di Roma ha già aperto un'inchiesta per altre blacklist apparse sul sito.

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