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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2011 alle ore 06:40.

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ROMA
Nel passaggio dal governo Berlusconi al nuovo esecutivo Monti «è stato compiuto ogni sforzo per garantire la continuità in una fase difficilissima». L'impegno dei militari nelle missioni internazionali «deve rimanere un punto fermo della nostra politica di difesa e sicurezza, e quindi della politica internazionale dell'Italia».
Giorgio Napolitano parla in videoconferenza ai militari italiani in missione all'estero, in occasione degli auguri natalizi, e torna sulla «travagliata fase», nella quale l'attacco ai titoli del nostro debito pubblico ha causato una drammatica crisi finanziaria. Continuità assicurata dall'attuale governo, composto da «personalità politiche indipendenti, che pongono la loro competenza al servizio del paese». Certo – ammette il presidente della Repubblica – si tratta di un governo nato al di fuori dei binari tradizionali della «normale alternanza».
Tra i settori che richiedono, anzi impongono continuità nel passaggio di testimone a palazzo Chigi rientra senza dubbio la difesa. «Campi fondamentali del paese che non sopportano soluzioni di continuità tra una fase e l'altra di governo». È il caso delle missioni internazionali, in primo luogo in Afghanistan. Napolitano si commuove quando rievoca i caduti italiani. Momenti «dolorosissimi, quando abbiamo dovuto ricevere le spoglie e abbracciare i familiari, che hanno dimostrato grande attaccamento alla patria». Poi il saluto «molto affettuoso ai feriti».
Dall'Afghanistan al Libano («L'Italia non può rimanere estranea alla missione Unifil, che è garanzia dell'avvio di una soluzione pacifica a un conflitto radicato»), e al Kosovo: «È nel massimo interesse che vi sia stabilizzazione nei rapporti con la Serbia, e con la nostra presenza possiamo dare un grande contributo».
Infine la Libia, paese in cui vi è stato - osserva il Capo dello Stato - «l'epilogo felice di una missione difficile». Ai militari italiani Napolitano rinnova il riconoscimento «per il contributo grandissimo che date a una rinnovata credibilità dell'Italia». A fianco del presidente della Repubblica, nella sede del Comando operativo di vertice interforze, che coordina le missioni, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola ed il capo di Stato Maggiore della Difesa, Biagio Abrate. È molto diffuso – aggiunge – il riconoscimento dell'«alta professionalità e sensibilità e naturalmente dello spirito di sacrificio e anche dell'eroismo dei militari all'estero».
Poi un nuovo accenno alla «dialettica politica» che è parte essenziale nello Stato democratico, ma al tempo stesso – osserva il Capo dello Stato – «è importante che le forze politiche e rappresentative della società trovino momenti e terreni di unità in difesa dell'interesse comune nazionale e della causa dell'unità europea e del mondo».
Infine un commento a caldo sulla liberazione, «dopo lunghi mesi di ansia» della nave italiana Savina Caylyn e dei nostri marittimi. «Sono stato partecipe della mobilitazione dei familiari e delle autorità locali. Mi congratulo con il ministero degli Esteri e con le Forze Armate».
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