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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2011 alle ore 06:37.

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ROMA
Il Tesoro tornerà sul mercato il prossimo mercoledì con un'asta di BoT a sei mesi da 9 miliardi e di CTz tra 1,5 e 2,5 miliardi: sarà l'ultima asta con l'accoppiata di queste tipologie di titoli che dall'anno prossimo avranno giorni di emissione diversi. L'importo dell'offerta sul breve termine del Mef è pesante, per fine anno, ma a supporto del collocamento giocheranno due fattori: andranno in scadenza 8,8 miliardi di Buoni semestrali e 2,5 miliardi di Buoni flessibili, garantendo una buona iniezione di liquidità; la data di regolamento delle nuove emissioni slitta al 2 gennaio, rastrellando la liquidità in circolazione per le prime operazioni di investimento targate 2012. Quel che potrebbe pesare in negativo è invece l'ultima asta a medio-lungo del 2011 (ma sempre con regolamento 2 gennaio) che si terrà il giorno successivo, il 29 dicembre, con l'offerta dei BTp a 3 anni, del nuovo benchmark decennale BTp marzo 2022, il BTp off-the-run scadenza settembre 2021 e il CcT a sette anni indicizzato all'Euribor.
Sebbene la crisi del debito sovrano europeo da questa estate si sia aggravata con la perdita di fiducia sui mercati del rischio-Italia - segnata dall'avvio l'8 agosto degli acquisti di titoli di Stato italiani sul secondario da parte delle 17 banche centrali dell'Eurosistema - da agosto il Tesoro italiano ha comunque condotto 36 aste, portandole tutte a buon fine per quanto riguarda gli importi incassati rispetto alla forchetta dell'ammontare minimo-massimo programmata. La raccolta complessiva per le casse dello Stato è stata superiore a 136 miliardi di euro tramite la vendita di BoT, CTz, BTp e CcT. Il messaggio recepito dal mercato è stato quello di un'Italia che, pur colpita duramente dai massicci disinvestimenti della comunità finanziaria internazionale, riesce a rifinanziarsi per gli importi richiesti.
Le aste in arrivo la prossima settimana, stando al parere dei traders, non dovrebbero deludere le aspettative sul fronte della domanda e della raccolta. Quel che più interesserà il mercato, tuttavia, saranno i rendimenti. In novembre, il Tesoro ha dovuto strapagare per finanziarsi: i tassi di assegnazione dei BoT semestrali per esempio sono saliti al 6,5% (dal 2,14% di agosto), il CTz è schizzato al 7,81%, il BTp triennale al 7,89% e il BTp decennale al 7,28% e 7,56 per cento. Finanziarsi a brevissima scadenza sopra il 6% e a media-lunga scadenza sopra il 7% è insostenibile, a lungo andare, e il mercato la prossima settimana si aspetta di chiudere il 2011 con una nota positiva e un calo vistoso dei rendimenti nelle aste italiane. Anche se non spettacolare come quello registrato dalle Letras spagnole nei giorni scorsi.
La speranza dei traders è che un misto di buone notizie dell'ultim'ora - la manovra Monti approvata alla Camera e al Senato da un lato e l'operazione di finanziamento LTRO della Bce a 36 mesi al tasso dell'1% dall'altro lato - riescano a rafforzare la domanda per i titoli italiani. Il processo di recupero della fiducia sui mercati da parte dell'Italia sarà lungo: l'importante è che già nelle prossime aste si possa cogliere un primo passo in quella direzione.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
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