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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2011 alle ore 16:33.

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Sullo sfondo c'è sempre il rimpasto, annunciato nelle scorse settimane e che ha riscaldato ancor di più gli animi. Ora, però, la giunta di Raffaele Lombardo - atteso oggi a Roma dal premier Mario Monti- si è scoperta più fragile. Perché l'uscita dell'Udc di Pierferdinando Casini dalla maggioranza trasversale (Pd, Mpa, Fli, Api e Udc appunto) che sostiene l'esecutivo complica, e molto, il gioco di equilibri che finora ha garantito la sopravvivenza del governatore isolano. Passato indenne dal divorzio con il Cavaliere e il Pdl che, in Sicilia, siede ormai tra i banchi dell'opposizione.

Udc: togliamo il disturbo
«Togliamo il disturbo», ha annunciato oggi il coordinatore regionale dell'Udc, Gianpiero D'Alia. «Il problema per noi non era avere un assessore in piu o in meno, o un direttore in più o in meno, non è questo che ci interessa - ha spiegato D'Alia -. Il problema che ci riguarda non è legato agli assetti di potere ma alle soluzioni politiche da dare. Abbiamo chiesto che si vari in Sicilia il progetto politico del Terzo polo che è alternativo al Pdl e al Pd e che questo progetto sia centrale nell'azione di Governo. Abbiamo chiesto che tutto questo si trasformi in un'iniziativa legislativa che guardi alle Province, alla riforma del bilancio della Regione, alla liberalizzazioni dei servizi pubblici locali e a tante altre questioni che come è noto sono oggetto della proposta politica del Terzo Polo a livello nazionale».

Il Governatore rassicura i democratici: asse è solido
Insomma, i centristi avrebbero voluto trasformare la Sicilia nel nuovo laboratorio regionale del Terzo polo
. Ma Lombardo considera la proposta irricevibile anche perché ciò significherebbe la fine dell'alleanza con i democratici, considerati strategici per il prosieguo della legislatura. Non a caso, davanti alle continue sollecitazioni dei centristi, Lombardo ha più volte rassicurato i Democrats. «Il rapporto con il Pd è essenziale ed è sempre forte perché è quello su cui si fonda questa maggioranza e questo governo insieme a tutti gli altri gruppi e partiti». Dal rimpasto, aveva chiarito ancora Lombardo, «nascerà un Governo che godrà del consenso di tutti e che manterrà questo profilo tecnico. Potranno esserci solo tecnici di area che consentiranno un riequilibrio tra le forze che lo sostengono».

Il nodo rimpasto: l'assessore Piraino lascia la Giunta
L'Udc, infatti, preme per un rimpasto che ridisegni la natura dell'esecutivo
: non più tecnici ma assessori politici. Fino a oggi il partito di Casini poteva contare su un solo assessore, Andrea Piraino, che ha la delega alla Famiglia e al Lavoro e che si è dimesso. Lombardo, però, non vuole cedere sulla linea dell'esecutivo tecnico anche se ha ammesso che esiste uno squilibrio tra gli alleati: i centristi, infatti, hanno otto deputati all'Assemblea regionale siciliana, mentre Fli ha quattro parlamentari ma due assessori. Proprio questo squilibrio avrebbe, secondo Lombardo, creato fibrillazioni nella maggioranza costringendolo a rivedere le deleghe. Ora, però, l'uscita dei centristi rischia di complicare la partita.

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