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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2011 alle ore 16:29.

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«Da Monti un bagno di realtà. Il Pd lo sostiene con le proprie proposte. Il 2012 deve essere l'anno in cui la politica prende le sue responsabilità». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta la conferenza stampa di fine anno del premier. Mentre Silvio Berlusconi dice che, nella conferenza di fine anno, Monti «ha riconosciuto che il fattore psicologico è decisivo nell'economia e che un modertato ottimismo, anche dai mezzi di comunicazione, è indispensabile per uscire dalla crisi. Lo ringrazio, perché non ho mai visto un pessimista realizzare qualcosa di buono nella vita».

Per Bersani, quella di Monti «è stata un'analisi onesta e veritiera sulla situazione italiana ed europea dopo anni di favole». «Eravamo - afferma il leader Pd - sull'orlo del precipizio greco, ci siamo fermati e ora c'è ancora molto da fare». Bersani ribadisce che a sostegno di Monti «non abbiamo una larga alleanza. Berlusconi l'abbiamo mandato a casa, non ci siamo alleati con Berlusconi». «Ci siamo impegnati - afferma Bersani - per una governo di riscossa nazionale e sosteniamo questo governo con lealtà e trasparenza. In un passaggio non semplice ci predisponiamo a dire la verità: che non abbiamo la maggioranza parlamentare, che eravamo sul baratro, che l'Italia deve fare un passo in avanti». «Non pretendiamo che - aggiunge - il governo faccia il centro per cento di quello che faremo noi, non tutto quel che ha fatto lo faremmo allo stesso modo, anche se parecchie delle cose che sono state fatte recano la nostra impronta. Andiamo avanti così cercando di segnare l'anno con un tratto sociale. Perchè bisogna cambiare con coesione e l'equità, e non so se tutti intendiamo la stessa cosa, significa che nel passaggio difficile bisogna stare più vicino a chi ha le maggiori difficoltà».

Berlusconi, invece, insiste sulla centralità del Pdl, un partito «coeso», dice in un audiomessaggio, che «non teme la concorrenza di nessuno», e che «anzi ha le porte aperte per chi è parte del Ppe». Berlusconi è convinto che il suo partito sia ancora centrale nel campo del centrodestra: «Siamo e resteremo il punto politico di attrazione di tutti i cittadini e di tutte le forze che non si riconoscono nella sinistra. Lo sa bene l'Udc che condivide la nostra visione della società e della persona. Lo sa bene anche la Lega, che è sempre stata un alleato solido e leale». A Monti infine Berlusconi dice: l'azione di governo potrà essere «più efficace» se «d'ora in poi, come io spero, i provvedimenti di governo prima di essere varati saranno concordati anche con noi che siamo forza di maggioranza relativa in Parlamento».

Il Pdl infatti sospende il giudizio sul premier in attesa che «dalle parole si passi ai fatti», mentre Pierferdinando Casini si dice convinto «che siamo in buone mani, nelle migliori possibili per guidare il paese nella drammatica crisi europea». La Lega, invece, coglie al volo l'occasione per bacchettare ancora una volta l'esecutivo dopo aver definito «vacue» le riflessioni del premier. Che incassa invece l'apprezzamento della Cisl per l'apertura al confronto sulla riforma del mercato del lavoro a patto, però, sottolinea il segretario Raffaele Bonanni, «che ci sia una vera concertazione su tutti i temi economici e sociali».

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