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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2011 alle ore 19:46.

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Famiglia Cristiana lo ha eletto uomo dell'anno, perché «è stato l'unico a saper interpretare, con coerenza e lungimiranza l'aspirazione profonda di tutti gli italiani. Che è quella di compattarsi e non di dividersi».
Anche il presidente del Consiglio, Mario Monti, nella conferenza stampa di fine anno, parlando di lui ha sottolineato come «così eloquentemente e semplicemente ha interpretato il senso dell'unità nazionale».

Giorgio Napolitano in queste ore sta preparando il discorso di fine anno che sarà trasmesso domani dalla Rai alle 20.30, a reti unificate. In molti aspettano di sentire le parole del presidente della Repubblica, dopo le misure anti-crisi messe in campo dal governo migliaia di persone si chiedono cosa riserva il futuro e vogliono capire se i sacrifici imposti dalla manovra saranno gli ultimi. A poche ore dall'atteso discorso di Napolitano è stato reso noto il contenuto di una sua lettera al direttore di Reset, nella quale lancia un nuovo monito sulla situazione italiana ed europea. E indica alcune mosse indispensabili per uscire dalla crisi: «una profonda, accurata operazione di riduzione e selezione della spesa pubblica»; «la sburocratizzazione e risanamento degli apparati istituzionali e del loro modus operandi», discorso - dice il capo dello Stato - che «non può non investire le degenerazioni parassitarie del Welfare all'Italiana». Bisogna rimodellare, indica Napolitano, motivazioni, obiettivi e limiti delle politiche sociali «in coerenza con l'epoca della competizione globale e con le sfide che essa pone all'Italia».

Che serva più riformismo e che i leader (europei e non) siano in affanno il presidente della Repubblica lo fa intendere chiaramente. Prende la palla al balzo Pier Luigi Bersani. «Noi ci predisponiamo a non affossare l'Europa e il mondo - dice il segretario Pd - ma quest'Europa di Merkel e Sarkozy si predisponga a non affondarci tutti».

Per Fabrizio Cicchitto i problemi sono due. Secondo il capogruppo Pdl alla Camera servono «più riformismo nelle politiche nazionali e specialmente in quella italiana ma anche una modifica profonda nell'assetto dell'euro».

Roberto Maroni dal Presidente della Repubblica si aspetta invece un chiarimento su quanto detto da Mario Monti che ha sottolineato come l'esecutivo sia lì, non soltanto per la crisi economica. «Dalle parole di Napolitano avevo capito - dice il leader leghista - che era il governo della crisi economica. Per questo ascolterò con attenzione il discorso di fine anno del Capo dello Stato: voglio capire».

Ma nel Carroccio è partito una sorta di appello a boicottare il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano e sul web corre l'invito a non seguire le sue parole in tv. È quello che farà l'eurodeputato Matteo Salvini, perché «conscio delle mancanze della Lega, non accetto lezioni da un Napolitano o da Monti che sono protagonisti della mal gestione europea». Mario Borghezio ha invece predisposto una cartolina, datata «Padania 31/12/2011» firmata dai Volontari Verdi, dei quali è il fondatore, indirizzata a Napolitano come augurio di fine anno. Borghezio chiede al capo di Stato «di far rendere pubblici i costi totali affrontati dagli enti pubblici italiani, centrali e locali, per le celebrazioni del 150mo» anniversario dell'Unità d'Italia. Proteste da Pd, Idv e Terzo polo, che accusano la Lega di oltraggiare Napolitano.

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