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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2012 alle ore 18:29.
«Ho lavorato anche per Rotelli al San Donato e anche lì si pagava una percentuale». Così l'imprenditore edile Pierino Zammarchi, in visita alla camera ardente di don Verzé. Zammarchi, coinvolto nell'inchiesta della Procura di Milano sul dissesto finanziario del S.Raffaele per cui ha lavorato per anni, tira in ballo anche un altro big della sanità in Lombardia. Ai giornalisti che gli chiedono se queste percentuali pagate al gruppo Rotelli siano tangenti, Zammarchi risponde: «Certo, quando lavoravo al San Donato». Poi però smussa: «Si tratta di tanti anni fa». E ancora: «Mah, tangenti, si fa un contratto e si paga una percentuale, questo nel pubblico è dappertutto, invece questo era un ospedale privato ed è una cosa diversa».
L'imprenditore Giuseppe Rotelli sabato scorso ha fatto pervenire una proposta migliorativa da 305 milioni per rilevare la struttura ospedaliera del San Raffaele. E dopo questa dichiarazione ha replicato: «Non ho mai conosciuto il signor Zammarchi ed escludo in modo categorico di avere mai ricevuto tangenti nella mia vita da chicchessia quanto meno da lui». Rotelli ha annunciato anche di aver «dato mandato ai propri legali, Avvocato Marco De Luca e Avvocato Giuseppe Lombardi, di prendere tutte le iniziative legali necessarie e opportune per tutelare la sua onorabilità».
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