Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2012 alle ore 08:07.

My24

Apertura e dialogo. Così si è arrivati all'accordo interconfenderale del 28 giugno scorso su rappresentanza ed esigibilità dei contratti di lavoro ricordato ieri dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano (si veda servizio a fianco). E sarà con quello stesso spirito «di apertura e dialogo» che Confindustria si siederà al nuovo tavolo con Governo e parti sociali per discutere di riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali.

«Come giustamente sottolinea il presidente della Repubblica quell'accordo è stato condiviso da tutti», scrive in una nota Viale dell'Astronomia, che ha approvato in pieno l'invito di Napolitano a procedere ora «lungo la strada tracciata dall'accordo del 28 giugno». Che ha costituito, aggiunge Confindustria, «un passaggio importante per migliorare la produttività delle aziende e le retribuzioni dei lavoratori».
Ma la situazione nazionale (e internazionale) non è delle più rosee. E l'attuale contesto continua a essere segnato dall'emergenza finanziaria. Per questo l'associazione guidata da Emma Marcegaglia chiede rigore e che si conseguano «rapidamenti nuovi rilevanti progressi sulla via delle riforme strutturali».

Il punto, ha spiegato ieri mattina ai microfoni di «Omnibus» su La7 il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli, è che «siamo ancora sull'orlo del burrone. Sarà negativo anche il quarto trimestre 2011 e nel 2012 abbiamo previsto una decrescita del Pil dell'1,6 per cento». E senza manovra, ha aggiunto, saremo caduti nel precipizio.
Ma il Paese non è ancora salvo. Per Galli è necessario tagliare ulteriormente la spesa pubblica, perché non sono più accettabili aumenti della pressione fiscale. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di licenziare dipendenti pubblici per ridurre la spesa, il direttore generale di Viale dell'Astronomia ha osservato: «A un certo punto dovremmo porci anche questa prospettiva qui».

Il direttore generale di Confindustria ha auspicato poi una riforma del mercato del lavoro che punti a «migliorare le prospettive di occupazione». Ma anche la «competitività delle imprese». E più in generale a stimolare «la crescita». Mentre sull'articolo 18, ha ribadito, che non c'è «alcuna guerra di religione».
Dai sindacati sono arrivate subito critiche alle parole di Galli sui licenziamenti degli statali. Con la Cgil che ha invitato Confindustria «a essere più attenta a ciò che dice».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi