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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2012 alle ore 08:16.

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C'è chi pensa che nessuno dei candidati repubblicani sia adatto ad affrontare Barack Obama a novembre e che ci sia ancora spazio perché qualcun altro scenda in campo a salvare i conservatori dalla sconfitta e l'America dal secondo mandato di Obama. Bill Kristol, direttore del Weekly Standard e opinionista di Fox News, è il più assiduo sostenitore di questa tesi. L'ipotesi, per quanto improbabile, va presa in considerazione perché Kristol non è uno qualunque, ma uno degli esponenti più autorevoli del mondo neoconservatore, un'area intellettuale sempre in bilico tra il mondo delle idee e la politica attiva.

A colazione in un albergo di Des Moines, dove la notte precedente ha discusso con Rick Santorum, Kristol è seduto a pochi metri dal candidato più lontano dal suo modo di pensare, soprattutto in politica estera, il deputato del Texas Ron Paul. Il tavolo di Kristol è il crocevia politico e giornalistico del mondo conservatore in trasferta in Iowa. Si ferma il senatore dei Tea Party Rand Paul, figlio di Ron, a parlare di guerra delle monete e di sistema aureo. Viene a discutere delle prospettive politiche il più bravo dei reporter dell'era Obama, Jake Tapper di Abc. Arrivano cronisti di quotidiani conservatori e il sondaggista Frank Luntz. Si siede l'anchor man di Fox News Bret Baier. L'analisi politica più efficace però è di un anziano cameriere che porta via i piatti sporchi di scrambled eggs. Sente qualcuno degli autorevoli opinionisti dire che la campagna elettorale di Rick Perry sarà ricordata tra le peggiori di sempre, e commenta: «Beh, anche le altre». Da questa insoddisfazione diffusa parte la chiacchierata on the record con Bill Kristol.

Davvero pensa che possa arrivare un cavaliere bianco a salvare il vostro partito?
Vedremo i risultati finali dei caucus, ma è molto probabile che nessuno superi il 25% dei voti. Se Romney e gli altri non saranno capaci di convincere i repubblicani, resterà una gara fluida e instabile. A quel punto, tra gennaio e febbraio, qualcun altro potrebbe scendere in campo.

A chi pensa?
Non credo che Jeb Bush o il giovane deputato Paul Ryan si candideranno. Il governatore del New Jersey Chris Christie fa campagna per Romney, quindi anche lui è da escludere a meno che Romney si ritiri. Penso invece al governatore dell'Indiana Mitch Daniels. Voleva provarci mesi fa e so che crede di essere più adatto degli attuali pretendenti ad affrontare Obama e a guidare il Paese. Immagino che ci penserà bene dopo le primarie in South Carolina e in Florida, a fine gennaio. Se le cose resteranno fluide e nessun candidato avrà consolidato un seguito importante, penso che scenderà in campo.

Tecnicamente è ancora possibile candidarsi o Daniels dovrà lanciare la sfida a fine agosto alla convention repubblicana di Tampa?
C'è ancora spazio per candidarsi negli Stati che votano a maggio e a giugno e per conquistare un buon numero di delegati, non sufficienti a ottenere la maggioranza, ma abbastanza per dimostrare che esiste un vero sostegno. Politicamente sarebbe difficile negare la nomination a chi vince le primarie in Ohio, in California e in altri grandi stati.

Perché Romney non le piace?
Romney potrebbe anche fare bene alle elezioni, ma sono preoccupato. In passato ha vinto soltanto un'elezione, da governatore in Massachusetts, e ne ha perse molte altre, anche in anni molto buoni per i repubblicani. La sensazione è che fatichi a interpretare l'umore politico populista e pro ceto medio di quest'anno. Rick Santorum e Newt Gingrich potrebbero avere maggiori chance di convincere questi elettori, anche se Gingrich ne allontanerebbe altri per il suo passato e Santorum perché ha posizioni conservatrici troppo rigide su alcune questioni. Romney però sembra uno di quei repubblicani che ottengono la nomination e poi perdono le elezioni generali.

Lo stato dell'economia americana condannerà Obama?
Il presidente parte in salita, visti i dati. Ma gli elettori non sono robot, non votano in base ai numeri. Possono convincersi che la situazione avrebbe potuto essere peggiore. Temo che i repubblicani si fidino troppo della cattiva situazione economica e non considerino che Obama può essere credibile quando dice che ha ereditato una situazione negativa e che ora finalmente è ricominciata la crescita. I repubblicani dovrebbero essere più ideologici, meno concentrati sui numeri. Dovrebbero immaginare il futuro, far capire che non possiamo permetterci di andare in bancarotta, che non è più possibile sostenere una spesa e un debito così grandi. «Guardatevi in giro, la gente è senza lavoro» non è una strategia, anche perché in molti continuano a dare la colpa a Bush. (Ch.Ro.)

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