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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2012 alle ore 08:07.

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Prima ancora dell'avvio previsto dopo l'Epifania, il tavolo sul mercato del lavoro è già oggetto di polemiche: la Cgil attacca sollevando questioni di metodo: «Monti non convochi i sindacati separatamente, gli incontri separati stile Sacconi rendono solo tutto più complicato e più lungo». Tuttavia il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, non sembra intenzionata a cambiare l'agenda, procedendo con incontri bilaterali, con una singola organizzazione del sindacato e delle imprese.

La Cgil intervenendo su twitter sollecita un confronto a tutto campo con l'Esecutivo sulla crescita – su liberalizzazioni, lavoro, produttività, contratti e pensioni –, con un Piano del lavoro che preveda «assunzioni incentivate di giovani e donne, la difesa dei posti di lavoro in crisi e ammortizzatori per chi perde il posto, a ogni etá e per ogni azienda». Il sindacato di Corso d'Italia plaude per l'intervento del presidente della Repubblica e per il suo richiamo all'accordo del 28 giugno: «ancora una volta esprime saggezza, si parta dall'unità sindacale». Dal Pd il segretario Pier Luigi Bersani chiede che «la questione del metodo non impedisca di affrontare la sostanza della questione», e lancia un monito: «Veniamo da un'esperienza di divisione del mondo del lavoro che non ha portato a nulla. Voglio credere che nessuno voglia rompere il punto di coesione e di equilibrio raggiunto il 28 giugno». Quanto al tavolo tra Governo e parti sociali, per Bersani va fatto «in forme tali che sia riconosciuto da tutti quelli che devono partecipare, mi sembra una cosa ovvia sulla quale il governo debba impegnarsi».

Cisl, Uil e Ugl gettano acqua sul fuoco delle polemiche: «Al di là della forma, per la Cisl conta la sostanza – avverte Raffaele Bonanni –. Se il Governo vuole avviare una fase esplorativa propedeutica a un negoziato vero, la Cisl non si sottrarrà come sempre a questo confronto. Più degli altri, non bisogna avere paura di se stessi in una trattativa sindacale». Quanto agli incontri separati tra il ministro Sacconi e i leader di Cisl e Uil, Bonanni invita a «lasciare perdere il passato», perché «non serve a nessuno introdurre nel dibattito elementi polemici di divisione che fanno riferimento all'azione del precedente Governo». Per il numero uno della Cisl se l'obiettivo della "fase due" è la crescita «solo attraverso un patto sociale si potranno individuare gli strumenti, le risorse e le responsabilità reciproche per raggiungere questo obiettivo».

Anche per Luigi Angeletti «la forma del confronto tra Governo e sindacati non è importante, quello che conta è che il Governo accolga le proposte delle parti sociali». Per il segretario generale della Uil, sono «i salari, la crescita, l'occupazione i problemi su cui, al di là della forma degli incontri, vogliamo confrontarci con il governo». Sulla stessa linea Giovanni Centrella (Ugl): «Non saranno le modalità dell'incontro con il Governo a farci cambiare idea sulle riforme».
Intanto a rasserenare i rapporti con la Cgil potrebbe contribuire l'iniziativa annunciata dal ministro Fornero che, forte della delega sulle Pari opportunità, annuncia un intervento sulla pratica delle dimissioni in bianco – fatte firmare alle dipendenti al momento dell'assunzione per poter interrompere facilmente il rapporto di lavoro (soprattutto in caso di maternità) – per «restituire piena parità e dignità al lavoro delle donne».

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