Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2012 alle ore 08:15.

My24
(Fotogramma)(Fotogramma)

È in arrivo una stangata per le tasche degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. È stato infatti pubblicato sull'ultima «Gazzetta Ufficiale» del 2011 (la n. 304 del 31 dicembre) il decreto del 6 ottobre 2011 del ministero dell'Economia che introduce, a partire dal 30 gennaio 2012, un contributo a carico degli stranieri che chiedono il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

Il contributo era stato previsto dalla legge 94 del 15 luglio 2009, che, fra l'altro, ha previsto anche l'accordo di integrazione (il cosiddetto «permesso a punti» che sarà in vigore dal prossimo 10 marzo).

L'esborso si aggiunge ai costi già previsti per la richiesta di permesso di soggiorno e cioè la marca da bollo da 14,62 euro, le spese postali pari a 30 euro e il costo di produzione del permesso di soggiorno elettronico di 27,50 euro. La misura del contributo a carico dello straniero maggiorenne è la seguente:

- 80 euro se la validità del permesso di soggiorno è compresa fra 3 mesi e un anno (rientrano in questa casistica i permessi per lavoro stagionale);
- 100 euro se è superiore a un anno e inferiore o pari a due anni (ad esempio lavoro autonomo, contratto di lavoro a tempo determinato);
- 200 euro per il «permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo» e cioè il titolo di soggiorno senza scadenza.
Il nuovo contributo non riguarderà invece i permessi per i figli minori, gli stranieri che entrano in Italia per sottoporsi a cure mediche e i richiedenti asilo politico, protezione o motivi umanitari.
La tassa non dovrà essere corrisposta da coloro che chiedono l'aggiornamento o la conversione del permesso di soggiorno valido. Questa esenzione non è invece prevista per coloro che chiedono il duplicato del documento causa, ad esempio, lo smarrimento.
Metà dei nuovi introiti servirà a finanziare il Fondo rimpatri. Il resto sarà utilizzato per finanziare gli sportelli unici per l'immigrazione.

Rimpatri volontari
Sempre nella «Gazzetta Ufficiale» del 31 dicembre 2011, è stato pubblicato il decreto del ministero dell'Interno del 27 ottobre 2011, che contiene le linee guida per l'attuazione dei programmi di rimpatrio volontario e assistito. Il decreto è rivolto agli stranieri e agli apolidi e fissa i criteri per l'attuazione e le modalità di ammissione ai programmi di rimpatrio volontario e assistito, nonché l'individuazione delle organizzazioni, degli enti e delle associazioni per l'attuazione di questi programmi.

Il ritorno volontario e assistito è la possibilità di ritorno, che include un aiuto logistico e finanziario, offerta ai migranti che non possono o non vogliono restare nel Paese ospitante e che desiderano, in modo volontario e spontaneo, ritornare nel proprio Paese d'origine. Questa misura assicura che il percorso di ritorno sia realizzato nel rispetto della dignità e della sicurezza del migrante.

La dinamica di svolgimento di questi programmi prevede vari momenti: la segnalazione e la valutazione del caso, l'elaborazione di un progetto individuale di reinserimento socio-lavorativo nel Paese d'origine, che tenga conto delle capacità e delle aspettative del migrante, il sostegno alla realizzazione di questo piano nel Paese di origine.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi