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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2012 alle ore 06:39.

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ROMA
Un coro unanime contro il metodo delle pallottole e delle intimidazioni violente nei confronti di Equitalia. Ma a sole 24 ore dalla bocciatura delle parole di Beppe Grillo l'agente pubblico della riscossione sembra perdere più di un sostenitore. È bastato il blitz di Capodanno dei verificatori del Fisco a Cortina per far scattare ripensamenti e dubbi sulla lotta all'evasione e sui metodi di recupero dei risultati conseguiti.
«Non si può scherzare con il fuoco e neanche con le parole, ha precisato ieri Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, e quindi Grillo ha commesso un gravissimo errore anche perché ci troviamo a fare i conti con un inizio di operazioni terroristiche fatte nei confronti di Equitalia. Ma coloro che sovrintendono alla lotta all'evasione fiscale e quindi fra essi in primo luogo il dottor Attilio Befera devono anche avere la consapevolezza che operazioni come quelle fatte a Cortina, con controlli a tappeto rispetto a tutta un'area perché presumibilmente popolata in queste vacanze da ricchi, sono del tutto inaccettabili e chiaramente ispirate a una concezione ideologica del controllo fiscale». Sulla stessa linea la deputata del Pdl Maria Stella Gelmini, secondo cui «l'idea che la ricchezza sia male, un fondamento ideologico della sinistra radicale, non credo possa essere condivisa da un Esecutivo che fonda la sua maggioranza sul Pdl. Equitalia - vittima di un ignobile attacco terroristico - non solo non deve interpretare la lotta all'evasione come fosse una nuova lotta di classe ma non deve neppure darne l'impressione».
E nello stesso Pdl c'è anche chi non vuol far sconti né a Equitalia né all'Agenzia delle Entrate: «hanno messo sul lastrico migliaia di imprese con atti di tipo estorsivo» ha detto Giorgio Stracquadanio (Pdl), intervenendo al programma radiofonico la "Zanzara" su Radio24. «Oggi- dice ancora Stracquadanio - ci sono leggi che sono contro le regole dello Stato di diritto: bisogna riportare le cose alla normalità, con l'inversione dell'onere della prova. Ora è il contribuente a dover dimostrare di non aver evaso il fisco, bisogna per prima cosa cambiare questa regola».
Da sinistra è lo stesso segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a condannare le parole di Grillo e ogni forma di violenza, ma a chiedere allo stesso tempo una riforma del sistema di riscossione: «non può esserci giustificazione per chi intende usare la violenza. Equitalia va migliorata - ha detto Bersani ai microfoni di Sky Tg24 - ma non darò ragione a Grillo - ci sono dibattiti che rischiano di alimentare i violenti, anche perché andiamo incontro a mesi delicati».
Anche dall'Udc si invoca un nuovo intervento del Governo per rivedere la riscossione: «Al di là delle polemiche degli ultimi giorni - ha precisato ieri il responsabile Enti locali dell'Udc, Mauro Libè -, il sistema di riscossione applicato da Equitalia va profondamente riformato, come noi dell'Udc chiediamo da tempo per tutelare imprese e famiglie oneste messe in difficoltà dalla crisi economica».
Ma c'è anche chi va oltre le richieste di modifica di Equitalia e getta sul tavolo soluzioni tampone. È il caso del senatore di Alleanza per l'Italia, Franco Bruno, primo firmatario della mozione n° 426 sulla riscossione dei crediti fiscali che l'Aula del Senato discuterà alla riapertura dei lavori (10 gennaio prossimo): «Compito della politica deve essere quello di proporre soluzioni in Parlamento che possano dare risposta ai problemi concreti. Una di queste, ad esempio, potrebbe essere quella di rottamare le cartelle di Equitalia al di sotto dei 20mila euro». Secondo Bruno lo Stato potrebbe così affrontare la questione sociale e allo stesso tempo recuperare in tempi brevi una cifra che alcune stime indicano tra 6 e 10 miliardi di euro.
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L'ULTIMO ATTACCO

Agenzia di Torino
È di due giorni fa l'ultimo episodio criminale messo a segno nei confronti dell'agenzia di riscossione torinese. Una busta contenente un proiettile, destinata al direttore di Equitalia, è stata intercettata da personale delle Poste del centro di smistamento del capoluogo piemontese. All'interno c'era anche un biglietto, che riportava soltanto la firma «Anarchia». L'episodio è il terzo di una serie di atti intimidatori contro l'agenzia torinese. In precedenza era stata segnalata la consegna di buste contenenti polvere bianca (poi rivelatasi innocua farina), e piombini
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