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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2012 alle ore 06:36.

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ROMA
Il punto di partenza è l'accordo interconfederale su rappresentanza e contrattazione, sottoscritto tra Confindustria e sindacati il 28 giugno dello scorso anno. Giorgio Napolitano, che commentò fin da allora positivamente quell'intesa, torna ora a giudicarla come la premessa indispensabile per affrontare quella che definisce «una necessità, ampiamente riconosciuta come comune, che é quella di ripensare tutto il tema degli ammortizzatori sociali e delle forme di sicurezza sociale».
Una breve dichiarazione ai giornalisti, ieri a Napoli, per far sentire la sua voce sul tema della riforma del mercato del lavoro, al centro delle trattative di queste ore tra governo e parti sociali. Tema caldissimo, come mostrano i paletti eretti dai sindacati sia nel metodo scelto dal governo (gli incontri bilaterali) sia nel merito delle decisioni che vanno maturando. Il presidente della Repubblica sottolinea, prima di tutto, che l'accordo del 28 giugno fu sottoscritto «da tutte le parti, nessuna esclusa». Uno spirito unitario che Napolitano auspica si replichi anche per la trattativa in corso. L'invito è che ciascuno faccia la sua parte. Per i sindacati - osserva - «si apriranno molto presto possibilità di incontro e consultazioni che sono state preannunciate, credo anche da colloqui telefonici nei giorni scorsi, tra il presidente Monti e i rappresentanti delle quattro maggiori centrali sindacali».
Riforma del mercato del lavoro, nuovi ammortizzatori sociali: si tratta - questo il pensiero di Napolitano - di strumenti decisivi per affrontare la grave crisi occupazionale. Lo ha chiarito nel discorso di fine anno: è la priorità del 2012. Il presidente del Consiglio, Mario Monti ha indicato il 23 gennaio come prima data per l'avvio della «fase due». Il tempo stringe, le consultazioni sono in corso a livello politico, si comincerà a entrare nel merito a partire dalla prossima settimana. Partita che Napolitano intende seguire dal Colle passo passo, nella consapevolezza che non sia più il tempo della difesa a oltranza di posizioni precostituite. «Avverto e comprendo le difficoltà di chi lavora e rischia di perdere il posto di lavoro», ha ribadito nel messaggio di capodanno. I sindacati - aggiunge - «non rappresentano solo gli interessi di categoria, ma difendono insieme una certa visione dell'interesse generale del Paese».
Il discorso di fine anno è stato accolto da un coro di consensi. «Mi pare - commenta Napolitano - che vi sia un clima più sereno rispetto agli anni scorsi, dal punto di vista politico e anche dall'opinione pubblica». Al tempo stesso, nelle reazioni al suo discorso, il Capo dello Stato coglie «più consapevolezza di tutti i problemi che il Paese deve affrontare. Ho cercato di fondere verità e chiarezza su tante questioni gravi con le quali dobbiamo fare i conti, e allo stesso tempo evitando drammatizzazioni e scoraggiamenti».
Osservazioni che il presidente della Repubblica ha consegnato ai taccuini dei cronisti al termine della visita della «Fondazione Mezzogiorno Europa», nella zona di Santa Lucia. «Vengo sempre con piacere qui alla Fondazione. Prima c'era Andrea Geremicca, che purtroppo abbiamo perduto. Inoltre avevo ricevuto una lettera di invito da vecchissimi amici delle fabbriche napoletane che ho incontrato qui con grande piacere. Ho fatto un po' di amarcord». Poi l'incontro con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
In mattinata, il Colle era intervenuto con una nota del segretario generale Donato Marra per replicare alle critiche del «Giornale» a proposito delle spese del Quirinale: «L'amministrazione della presidenza della Repubblica, su impulso del presidente Napolitano, ha assunto fin dall'inizio del settennato una serie di misure assai incisive di contenimento delle spese interne, i cui effetti non si sono ancora esauriti».
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INVITO ALLA COESIONE

Ammortizzatori sociali
«C'è una necessità ampiamente riconosciuta da tutti che è quella di ripensare gli ammortizzatori sociali» ha detto ieri il Capo dello Stato toccando uno dei temi sensibili del momento. Ai sindacati Giorgio Napolitano dà lustro e forza: «Difendono una certa visione degli interessi generali del Paese e non soltanto interessi di categoria»
L'intesa del 28 giugno
La via dell'unità sindacale è quella che il Colle indica mentre governo e Cgil sono ai ferri corti sul tavolo unico di confronto sul welfare. Napolitano esorta a procedere sulla strada dell'intesa interconfederale della scorsa estate e insiste «perché ciascuno faccia la propria parte»
L'ok di imprese e sindacati
Confindustria condivide l'invito del Presidente Napolitano alla coesione e «a procedere lungo la strada tracciata con l'accordo del 28 giugno su rappresentanza ed esigibilità dei contratti di lavoro». Ed il leader Uil Luigi Angeletti concorda: «Ancora una volta il Presidente della Repubblica mostra attenzione ai problemi veri del Paese»
Il plauso dei partiti
Il leader Pd Bersani si allinea
a Napolitano difendendo l'accordo di giugno e il capogruppo Fli Della Vedova si augura che tutti prendano sul serio l'invito del Colle

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